BUSTO ARSIZIO, 17 ottobre 2019– L’anno accademico 2019-2020 del corso di Laurea Infermieristica dell’Università degli Studi di Milano si è aperto giovedì 10 ottobre 2019, nella Palazzina della formazione dell’Ospedale di Busto Arsizio. Il corso, diretto dalla dottoressa Elisabetta Balestreri, gode di ottima salute: 35 le nuove matricole, a fronte di un numero di richieste di nuova iscrizione pari a 125. Rispetto allo scorso anno accademico si è registrato un aumento, da parte degli studenti, della scelta del polo di Busto Arsizio pari al 5%. In aula erano presenti tutti gli studenti dei tre anni di corso (102) e i prossimi 30 laureandi.
La Direzione dell’ASST Valle Olona ha accolto gli infermieri del futuro, salutandoli e sostenendoli nel loro percorso formativo, che per alcuni volge al termine (a novembre la prima sessione di laurea).
“Avete scelto una professione che viene da lontano e che vi porterà nel futuro con ricche professionalità, delle quale abbiamo assoluto bisogno”, ha introdotto il Direttore amministrativo ASST Valle Olona, dottor Marco Passaretta.
“E’emozionante vedere tanti volti giovani – ha proseguito il Direttore sanitario ASST Valle Olona, dottoressa Paola Giuliani -. Gli infermieri saranno sempre più coinvolti in quelle che sono le attività di gestione del malato, e saranno interlocutori privilegiati della Direzione strategica. Qui troverete docenti di grande valore”.
Infine il Direttore Sociosanitario ASST Valle Olona, dottor Marino Dell’Acqua, ha ricordato le sue radici nella professione: “Nel 1978 sedevo ai vostri posti, al primo anno della Scuola infermieri. Gli Ospedali hanno sempre formato gli infermieri. Oggi la sanità ci pone nuove sfide: l’invecchiamento della popolazione determina un maggior numero di pazienti cronici e fragili, se possibile da assistere al domicilio. Regione Lombardia sta spingendo sull’autonomia della figura infermieristica. La formazione tecnica è fondamentale, ma non dimenticate mai che l’infermiere è colui che è in grado di relazionarsi. Che sa cogliere il bisogno del malato. E che, empaticamente, sa trovare la miglior risposta al suo bisogno di salute”.