Successo per incontro su fibromialgia in Regione. Monti: ”Ci siamo attivati per fornire cure e assistenza”

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MILANO, 6 novembre, 2019 – “Fino a qualche anno fa parlare di fibromialgia non era facile, era qualcosa che i medici non riconoscevano, che le autorità scientifiche non volevano riconoscere. Oggi, grazie anche all’impegno di Regione Lombardia, le cose stanno cambiando”.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, sul convegno promosso oggi al Pirellone proprio dalla Commissione Consiliare, dal titolo “Fibromialgia: il paziente al centro”, che ha visto una larghissima partecipazione (la sala strapiena e una seconda sala per seguire i lavori in videoconferenza) e la presenza di relatori di alto livello scientifico.

“La fibromialgia è una forma di dolore muscoloscheletrico diffuso, che colpisce oltre un milione di persone in Italia – spiega Monti – le quali fino a poco tempo fa non ricevevano la giusta considerazione. Le cose sono cambiate soprattutto grazie all’azione politica portata avanti da molte regioni, tra cui Regione Lombardia. Io come Presidente della Commissione Sanità della Regione più importante d’Italia ho voluto fortemente questo convegno per dare ancora più evidenza a questa patologia, che deve essere riconosciuta”.

“A livello regionale, attraverso il nostro servizio sanitario – sottolinea il Presidente della Commissione – e in particolare i centri di reumatologia, ci siamo attivati per fornire cure e assistenza, portiamo avanti le politiche che sono di nostra competenza. Tuttavia è necessario un passaggio ministeriale affinché questa patologia venga riconosciuta definitivamente anche a livello nazionale e possano quindi essere sbloccate quelle attività importanti per curare chi soffre di fibromialgia”.

“Il convegno scientifico di oggi è un passaggio importantissimo – continua l’esponente della Lega – e serve anche per dare un forte segnale al governo centrale. A livello territoriale stiamo invece facendo partire una rete di informazione, per promuovere la conoscenza tra i cittadini e negli ambiti lavorativi di questa patologia”.

“Un esempio importante di quello che è necessario fare – prosegue – è portare la giusta conoscenza di questa patologia nel mondo del lavoro, per evitare il rischio di discriminazioni. Penso alle donne, tra le quale questa patologia è molto diffusa, che possono avere problemi sul posto di lavoro e rischiano di subire un trattamento ingiusto per il non riconoscimento della loro patologia”.

“Il convegno arriva dopo un anno cruciale – conclude Monti – durante il quale la Commissione Sanità ha lavorato per creare nuovi percorsi di assistenza per questa categoria di malati, che senza l’interessamento delle Regioni sarebbe stata lasciata sola a se stessa”.

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