L’Ospedale Filippo del Ponte di Varese tra i primi posti in Lombardia per qualitá e numero di parti

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VARESE, 21 novembre 2019-Interessante analisi del sito www.doveecomemicuro.it portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane, ha realizzato un’indagine sugli ospedali italiani più performanti per numero di parti (fonte: PNE 2018 relativo all’anno 2017). L’alto volume di attività, infatti, si traduce in maggiori garanzie di sicurezza per mamme e bambini.

In Lombardia, le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano parti sono 66. Il 43,9% rispetta il valore di riferimento fissato a 1000 parti mentre il 13,6% non rispetta il valore minimo di 500 parti l’anno.

“Per garantire una maggiore sicurezza, questi centri andrebbero accorpati o riconvertiti, ad esempio in ambulatori. Un discorso a parte va fatto per gli ospedali situati nelle valli o in montagna, località difficili da raggiungere, in cui dei punti nascita devono necessariamente esserci anche se i loro volumi di attività non sono in linea con gli standard”, spiega Grace Rabacchi, Direttore Sanitario dell’Ospedale Sant’Anna – A.O.U Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio che si riconferma 1° in Italia per numero di bambini nati.

A livello nazionalel’Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano è 2° in Italia per volume di parti, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è 4°, il Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia è 9° e l’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi – ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano è 10°.

A livello regionale, a conquistare le prime posizioni sono l’Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia, l’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi – ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano e l’Ospedale Filippo del Ponte di Varese.

L’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia, l’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi – ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano e l’Ospedale Filippo del Ponte di Varese rispettano la soglia per quanto riguarda la percentuale di tagli cesarei primari, che devono mantenersi inferiori-uguali al 25%.

“Rispetto al parto vaginale, il parto con taglio cesareo comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino, motivo per cui dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni materne o fetali specifiche”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di www.doveecomemicuro.it.