VARESE, 26 novembre 2019 – La storia si ripete. Ora si parla di nuovi migranti, nuove rotte migratorie di gente proveniente da zone di guerra e da Paesi poverissimi, insomma poco cambia fondamentalmente rispetto cennt’anni fa, quando erano gli italiani (insieme a irlandesi, tedeschi e olandesi su tutti) a migrare all’estero, in Paesi come Stati Uniti, Argentina o Brasile dove attanagliati dalla disperazione con l’idea di rifarsi una vita. Molti ce l’anno fatta, alcuni otteenendo pure successo grazie alle riconsociute abilitá e ingegno degli italiani.
Questo e molto altro verrá raccontato durante il convegno «Storie di migranti italiani» mercoledì 27 novembre alle ore 16.30 a villa Toeplitz (viale Vico 46), sede del Centro internazionale di ricerca per le storie locali e le diversità culturali dell’Università dell’Insubria che festeggia i suoi vent’anni di attività. Si raccontano storie di italiani che tra Ottocento e Novecento hanno lasciato la patria in cerca di fortuna, alcuni nelle lontane Americhe, altri nella vicina Svizzera. Ma anche di concittadini, spesso giovani e colti, che scelgono di lavorare e studiare all’estero.
La giornata si apre alle 16.30 con i saluti di Gianmarco Gaspari, direttore del Centro, poi si toccano varie sfaccettature dell’argomento, con attenzione all’attualità: l’emigrare in età moderna con Marina Cavallera dell’Università di Milano; gli esuli italiani nella «Boston dei Bramini» con l’ex rettore dell’Insubria Renzo Dionigi; la condizione giuridica degli immigrati italiani in Brasile, passati da cittadini d’onore a nemici dello Estado Novo (1875-1945), con Arno Dal Rì dell’università brasiliana di Santa Catarina; appunti per una storia dell’emigrazione varesina con Enzo Laforgia del Centro per le storie locali. Modera Claudia Storti dell’Università di Milano.