Recensioni libri: “Il male in corpo” di Marisa Fasanella (Castelvecchi editore)

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VARESE, 28 novembre 2019-Con una scrittura dura e incisiva, “Il male in corpo” di Marisa Fasanella (Castelvecchi editore), pedina enigmi, rivela e rappresenta sentimenti e odi rugginosi, inganni e avidità da sempre cancerosi, una giustizia a cui mai è stata data giustizia. E dunque stoccaggi illeciti di rifiuti tossici e speciali, traffici di uomini, sversamenti che avvelenano l’acqua e la terra di un Sud senza nome e, forse, innominabile. Una più sconosciuta e sfigurata “Terra dei fuochi”, un romanzo corale dove le donne si fanno protagoniste tra passioni irriducibili, combattendo ogni ragione del cinismo, cercando verità e riscatto.

Miriam indaga il silenzio di suo padre, Mimì Ferraro, che ha trovato la morte civile nelle attività direttive dell’estrazione del tannino per la concia. Margherita, sua madre, è invece scomparsa, e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Mairim, la “restituita”, abita il faro abbandonato e conosce i fondali sabbiosi, i pesci ragno, il marciume che i bracconieri calano con le funi e seppelliscono insieme alle navi. Li ha visti affondare i veleni protetti da un Dio che non sa difendere e dare voce ai morti.
Miriam e Mairim si specchiano nei rispettivi dolori e cercano una verità sull’omicidio di Massimo, il musicista. Si imbattono, così, nelle sospette attività di una fabbrica creduta in abbandono e nei traffici di un oscuro circolo. Circostanze dalle quali emergeranno il disegno di una terra ferita e l’offesa portata a un’intera comunità.

Marisa Fasanella è nata a Cassano all’Ionio (Cs) e ha esordito, nel 1994, con il romanzo Maschere e lenzuola del vicolo Santacroce. Ha pubblicato molti racconti e romanzi finalisti e vincitori di numerosi premi. Tra questi il Premio Letterario “Corrado Alvaro” e il Premio Nazionale “Vincenzo Padula” quale riconoscimento per la sua produzione letteraria. La Giuria del “Rapallo-Carige” ha, poi, ritenuto meritevole di segnalazione un suo romanzo, Rimorsi (Pironti, 2010). Di quest’ultimo testo, Tullio De Mauro ha scritto: “Le sue pagine sono tra le più interessanti che mi è accaduto di leggere negli ultimi anni. Sono stato profondamente scosso per la qualità coinvolgente della sua scrittura e rappresentazione”. Tra le sue opere ricordiamo anche Gineceo. Undici crudeli racconti (Pironti,1996), L’ombra lunga dei moroni (Rubbettino, 2002), e Nina (Editori Riuniti, 2014). Suoi racconti sono stati pubblicati dalla rivista “Il Primo Amore”.