VARESE, 15 dicembre 2019- di GIANNI BERALDO-
Accordi sí, compromessi di tipo ideologico mai. Questo il mantra del Partito Comunista Italiano rinato nel 2016 riappropriandosi del simbolo orginale (unica differenza le iniziali senza punto ed una variazione del tricolore nella bandiera, ma soprattutto volendo rielaborare quella identitá perduta e falcidiata negli anni da cambi di nome e di correnti.
Per farlo si sono affidati a un gruppo di persone, di politici, che credono ancora nei valori di quella sinistra che tanti sbandierano ma che poi nei fatti non si materializza in voto.
E di voti infatti l’attuale Pci ne ha pochini (1,4% nelle ultime elezioni politiche), nonostante le adesioni nella lista di Potere al Popolo che non hanno dato i frutti sperati.
Poco importa. Il Pci non demorde e riparte rilanciando tematiche e proposte a loro care, grazie alla ferrea volontá e grande passione del segretario nazionale Mauro Alboresi il quale continua incessantemente un lungo tour in tutta la Penisola incontrando militanti in ogni cittá.
Questa mattina Alboresi é stato ospite della sezione varesina del Pci con un incontro pubblico alla Coop di Viale Belforte, coadiuvato dal professore Cosimo Cerardi, segretario provinciale del Pci.
Tanti i temi messi a fuoco dal segretario nazionale durate il suo intervento (preceduto da quelli di un rappresentante associazione Italia-Cuba, da quello di Ester De Tomasi presidente provinciale Anpi, da Gianmarco Martignoni della Cgil, ma soprattutto interessante l’intervento del giovane Martino Marconi del PCI area Canton Ticino, nella vicina Svizzera), che non poteva che iniziare evidenziando la gravitá della risoluzione votata dal parlamento europeo lo scorso mese di settembre, che equipara le atrocitá e responsabilitá
storiche del nazismo a quelle del comunismo.
«Di per sé é giá grave si faccia questo tipo di comparazione senza gli obbligatori distinguo di tipo storico, se poi aggiungiamo che questa risoluzione-oltre alla scelta ovvia da parte della destra e del centrodestra-é stata approvata pure da parlamentari europei in quota Pd come la Bonafé, Fernando, Moretti o addirittura Pisapia del quale tutti noi conosciamo i suoi trascorsi politici». Cosí Alboresi che, dopo un breve excursus storico sulla valenza e impatto positivo del comunismo a livello internazionale (oltre rimarcare la storia del Pci e della sinistra in Italia), focalizza l’attenzione su temi nazionali sui quali prendere le misure a livello programmatico nei prossimi mesi.
«Aldilá di quello che ci raccontano il partito comunista sta crescendo parecchio in molti Paesi europei, mentre in altri come ad esempio la Polonia o Ucraina é stato messo al bando seppur in modi diversi. Insomma evidente che sia in corso un processo di revisionismo che tende a eliminare il Partito Comunista».
Parlando di programmi futuri il segretario nazionale ha rimarcato come le scelte siano condensate in 4 tematiche d’ampio respiro ma ben precise, tra le quali la richiesta di uscire dalla Nato («sempre piú strumento bellico in mano agli Stati Uniti per offendere e non per difendere»), gli aspetti economici ma quelli riguardanti il mondo del lavoro e futuro delle grandi aziende del Paese come la Whirlpool o ex Ilva ad esempio. Senza dimenticare la ferma volontá di volere eliminare i decreti sicurezza, cosí come la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a paritá di salario e altro ancora utile e rimettere in campo quei valori fondanti legati alla persona, ai lavoratori e a tutte quelle persone sempre piú senza tutele e diritti.
Anche sulla questione alleanze Alboresi ha le idee chiare «Noi siamo convinti che bisogna rimettere al centro una soggettivitá comunista tenendo aperta un’alternativa di sistema, mentre si propone di dare voce alle istanze del mondo del lavoro e ceti popolari. Il venir meno di quella presenza di fatto ha relegato alla marginalitá. Ovviamente guardiamo alle alleanze per questo ci siamo giá incontrati con rappresentanti di altre forze di sinistra oggi all’opposizione, per mettere in campo proposte comuni pur nelle differenze. La nostra é una scelta alternativa ovviamente al centrodestra cosí come al centrosinistra che vede come perno il Partito Democratico».
Il 25 o 26 gennaio (data ancora da decidere) il PCI ha in programma delle grandi manifestazioni di piazza, richiamando temi sopracitati senza guardare al passato ma con la forza dell’attualitá.