Convention Reloaded, il Circolo della Bontá propone: ”No Profit e Servizio Pubblico integrato”

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l'e Ministro alla Sanitá Balduzzi durante il suo intervento

VARESE, 17 dicembre 2019-Nel corso della convention reloaded dell’ASST Settelaghi che ha avuto luogo oggi – 17 dicembre 2019 – presso le Ville Ponti di Varese, Gianni Spartà, Presidente della Fondazione Il Circolo della Bontà Onlus ha fatto una serie di considerazioni sul rapporto che lega l’Azienda Sanitaria con tutte le realtà del Terzo Settore che prestano servizio nei 7 ospedali del territorio.

“Sono una sessantina gli enti del Terzo settore accreditati nei registri della Asst dei Sette Laghi. Presidiano un immenso giacimento di risorse umane ed economiche che ogni giorno, ogni ora, produce ricchezza certificata in una contabilità invisibile, quella dell’anima. In questi stabilimenti del bene si fabbrica ciò che lo Stato, da solo, non riesce e non è tenuto a fabbricare. Stefano Zamagni la definisce Economia civile, cosa diversa dall’Economia politica insegnata negli atenei.

In Italia i volontari censiti dall’Istat sono 5 milioni e mezzo divisi in 343.432 Onlus, metà delle quali impegnate nel comparto della sanità. Un figurone per un Paese come il nostro spesso imbarazzato per le tante cose che non vanno.” ha detto dal palco Gianni Spartà

Nella sola Asst Sette Laghi, cioè la parte Nord della provincia di Varese: i volontari, secondo una stima del Comitato Consultivo Misto, sono 1.717 calcolando anche associazioni che hanno rappresentanza nazionale come l’Avis. Le ore di lavoro donate da ciascuno, calcolandone tre per settimana, ammontano in un anno a 275.550. Remunerando con dieci euro ciascuna ora, si arriva a un tesoretto di 2.575.500 euro. I capi del personale possono misurare a quante risorse umane inquadrate con un contratto pubblico, al termine di sfinimenti burocratici, corrispondono questi denari depositati nella banca della bontà. Sì, la vogliamo chiamare bontà perché la parola, caduta in disuso, ha valore universale. E mi riferisco solo alle prestazioni d’opera, non alla donazione di beni materiali.

Terzo settore e Sistema sanitario viaggiano su binari paralleli. L’uno ha bisogno dell’altro e si contemplano formidabili modelli di collaborazione alle nostre latitudini. Ma è ancora possibile non riconoscere i servizi garantiti dal no profit come parte integrante dell’offerta pubblica? Non è tempo, a 41 anni dalla nascita del Sistema sanitario nazionale, di prevedere che i due treni si incontrino in una immaginaria stazione, mettano in fila i propri vagoni e proseguano il viaggio incolonnati visto che il punto d’arrivo è lo stesso?

Fa piacere aver sentito oggi nel Reloaded un accenno a questa delicata, ma indispensabile, metamorfosi che la Costituzione favorisce all’articolo 2 dove si sancisce il principio del pluralismo sociale e all’articolo 41 che prevede come le attività economiche pubbliche e private possano essere indirizzate e coordinate per finalità di bene comune. Ho sentito parlare di cogenerazione di valore. Tradotto: facciamo squadra. Se non ora, quando?”

A chiusura di una giornata importante in cui l’ASST Settelaghi ha presentato il proprio piano strategico per i prossimi 3 anni, il Presidente della Fondazione Il Circolo della Bontà ha lanciato un’interessante proposta all’Azienda Sanitaria:

“Ho una proposta che viene dalla base e che Fondazione Circolo della Bontà presenta ufficialmente in questa sede: l’azienda si prenda l’impegno di illustrare ogni due-tre anni, in una sorta di Libro bianco, il Bilancio sociale del Terzo settore con il quale coopera. Se lo facessero i beneficianti l’effetto risulterebbe falsato. Se lo fanno i beneficiati, se sono loro a spiegare alla comunità come si tramuta in servizio pubblico la generosità diffusa, beh è tutta un’altra storia. Che serve a promuovere il modello del prendersi cura, ma soprattutto a far percepire quanto amore ricevono dalla gente i nostri ospedali”.

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