Maltempo e animali selvatici hanno messo in ginocchio l’agricoltura nel varesotto

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Cinghiali, vero flagello per l'agricoltura

VARESE, 29 dicembre 2019– “E’ stato un anno difficile”. Il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori e il direttore Giovanni Luigi Cremonesi evidenziano come l’agricoltura prealpina ricorderà il 2019 come un anno “profondamente e gravemente condizionato dall’andamento climatico oltrechè dall’invasione degli animali selvatici che è proseguita anche nei mesi autunnali e in questo primo scorcio d’inverno con una recrudescenza che lascia sconcertati”. Un 2019 iniziato male, con i roghi che hanno interessato per giorni l’alta provincia di Varese e con una lunga e preoccupata fase siccitosa, seguita da una primavera caratterizzata da temperature elevate e dal ritorno del freddo, che nelle nostre province ha decimato la produzione di miele, con l’azzeramento della raccolta dell’acacia. Annata positiva per i cereali, anche se le quotazioni di mercato sono ancora insoddisfacenti; anche la frutta estiva ha sicuramente risentito del maltempo, mentre per il comparto vitivinicolo, per quanto abbia avuto una piccola diminuzione produttiva legata sempre alla questione climatica, la qualità si è attestata su livelli molto buoni.

Gli effetti del maltempo si sono particolarmente acuiti nelle nostre province in estate, quando ripetute grandinate e bombe d’acqua hanno colpito coltivazioni e strutture, con particolare recrudescenza laddove l’aria calda della pianura incrociava quella fredda discendente dalle Alpi, come nel corridoio valsassinese, dove a più riprese si sono verificati gravi eventi alluvionali che hanno isolato diversi alpeggi e provocato gravi danni alle imprese.

Per quanto riguarda la carne, si registra una ripresa per il mercato dei maiali e del pollame, stabile quello della carne bovina.  Per il lattiero-caseario, le quotazioni del latte vaccino alla stalla hanno registrato una risalita e si sono poi mantenute stabili nell’arco dell’anno, con buone performance sul mercato internazionale soprattutto di Grana Padano e Gorgonzola prodotti anche con il latte munto nella nostra provincia: due formaggi Dop, sui quali ora, però, gravano i dazi imposti dagli Stati Uniti.

Annata boom per la raccolta di funghi e castagne, con buone pezzature per queste ultime. Le condizioni climatiche hanno pesato anche sul comparto florovivaistico, in particolare la pioggia abbondante ha creato problematiche sia nella gestione sia nella vendita di alcune tipologie di piante e fiori. Dati positivi sul fronte della vendita diretta e delle performance degli AgriMercati di Campagna Amica, così come degli agriturismi di Terranostra, che si confermano come crescente polo d’attrazione e di contatto con i consumatori.

Nel 2019, come detto, ha assunto proporzioni mai viste, e preoccupanti, il fenomeno della fauna selvatica: in provincia di Varese, le devastazioni di cinghiali e selvatici nei campi sono quotidiane, con un bollettino-danni che di giorno in giorno assume dimensioni sempre più preoccupanti: ungulati e selvatici devastano i campi di ogni angolo del comprensorio rurale prealpino e le operazioni di contrasto, finora, si sono rivelate inefficaci a risolvere una volta per tutte il problema.

I cinghiali, insieme agli altri selvatici, mettono a rischio un ampio spettro di colture, con danni che raggiungono, anche per singoli casi, diverse migliaia di euro. Le incursioni hanno provocato danni ai vivai, ai frutteti, alle ortive a pieno campo, agli impianti di piccoli frutti, alle vigne, alle leguminose, oltre alle oleoproteaginose e, come visto, ai prati e al mais da granella e insilato. Da parte degli ungulati, si sono persino registrate distruzioni di alveari, così come la devastazione dei muretti a secco plurisecolari. Più volte Coldiretti Varese ha ribadito la necessità un censimento ex-novo sul territorio, perché la popolazione di questi animali è di gran lunga superiore a quanto già stimato dall’Ispra.