Giornata della Memoria: programma a Varese

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VARESE, 22 gennaio 2020-Lunedì prossimo, 27 gennaio, si terrà il quindicesimo Giorno della Memoria, giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 2005 per commemorare le vittime dell’Olocausto.

A Varese le celebrazioni si estenderanno per l’intero weekend, con gli eventi che cominceranno sabato sera e che si chiuderanno lunedì. Un ricco programma che è stato possibile organizzare grazie alla collaborazione tra Prefettura e Comune di Varese, Università dell’Insubria e la sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

“È un momento – scrivono il sindaco Davide Galimberti e il prefetto Enrico Ricci nell’invito – da sempre fondamentale per mantenere viva la memoria e la cui importanza, specialmente dopo alcuni fatti di cronaca dell’ultimo anno, è oggi più che mai decisiva. Per questo auspichiamo una grande partecipazione da parte di tutta la cittadinanza”.

In allegato la locandina delle manifestazioni.

Il programma

Sabato 25 gennaio

Proiezione del film “1945” di Ferenc Torok
Cinema Teatro Nuovo, via dei Mille 39, Varese. Ore 18.00

Evento a cura di FILMSTUDIO90. “In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei…”

Domenica 26 gennaio

Giornata commemorativa

Salone Estense, via Luigi Sacco 5, Varese. Dalle ore 10.30

ore 10.30 Saluto del prefetto di Varese Enrico Ricci, del sindaco di Varese Davide Galimberti e del dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Giuseppe Carcano

ore 10.45 Intervento del professor Gianmarco Gaspari: Il dovere di ricordare

ore 11.00 Intervento del professor Enzo R. Laforgia: La macchina dell’odio. La campagna antiebraica nell’Italia fascista

ore 11.15 Intervento di Claudio Macchi: Deportazione e internamento. Una tragedia che tocca Varese

ore 11.30 Cerimonia di consegna delle medaglie d’onore, concesse ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, e ai famigliari dei deceduti