SESTO CALENDE, 23 gennaio 2020-Dopo aver colto uno smarrimento da parte dei cittadini legato alla rimozione dei cassonetti di Humana abbiamo presentato in Consiglio Comunale una interrogazione articolata sul problema “vestiti usati e vestiti da buttare”. Così Mirko Migliarino del gruppo consiliare Sesto 2030, che aggiunge “Ricordiamo che Humana è un’organizzazione umanitaria (Onlus) che, avvalendosi anche di una cooperativa, raccoglie abiti usati per poi igienizzarli e rivenderli in negozi per poter recepire fondi utili a sviluppare progetti solidali sul territorio nazionale.
Depositare i vestiti presso i cassonetti da loro gestiti significava, per la cittadinanza, smaltire agevolmente gli abiti usati, consentendone il riutilizzo ed anche l’eventuale smaltimento, con un beneficio sociale, ecologico ed economico.
Ma l’atto finale tra Humana e il nostro Comune si è consumato ad ottobre 2019, quando l’Amministrazione ha scelto di rimuovere i cassonetti posti in Via S. Donato per ragioni di decoro (le cui immagini relative sono apparse anche sui social con segnalazioni dirette di molti cittadini).
Come ha spiegato l’Assessore Jole Capriglia Sesia, in risposta alle nostre domande, l’accordo che era in essere è stato valutato come tutto a vantaggio di Humana e le soluzioni proposte dall’Amministrazione, come lo spostamento dei bidoni in piattaforma ecologica e l’eventuale raccolta porta a porta mensile sono state rifiutate da Humana per mancanza di economicità nel metterle in atto.
Parimenti, le proposte di Humana sono state rifiutate dall’Amministrazione e ne abbiamo chiesti i motivi. Quali erano? Sensibilizzazione: l’Amministrazione già le fa – cassonetti in più: non ci è stata data risposta in merito; telecamera aggiuntiva: per l’Amministrazione doveva essere a carico di Humana e per la Onlus a carico dell’Amministrazione….
L’Assessore ha spiegato inoltre che avrebbe gradito, dato il volume di abiti che venivano recepiti da Humana a Sesto Calende, la promozione di progetti da parte della stessa sul territorio comunale. Non siamo d’accordo con questa affermazione che secondo noi non è in linea con un principio di “solidarietà nazionale”. E’ innegabile, infatti che, nonostante i problemi che viviamo quotidianamente, la nostra è una delle zone più ricche dell’intero Paese e quindi ci sembra condivisibile che i progetti di Humana debbano essere messi in atto in zone più bisognose della nostra.
Ma lo scopo del nostro intervento è stato raggiunto: chiedere chiarezza sull’iter di smaltimento che deve essere seguito dai cittadini riguardo ai vestiti e ricordare all’Amministrazione e a tutta la cittadinanza che le associazioni che si occupano della raccolta di vestiti usati sul territorio (Associazione San Vincenzo De Paoli e CAV) vanno ancor di più supportate, in questo momento in cui hanno maggiore lavoro e purtroppo troppe poche forze.
L’Amministrazione ha risposto che “appena possibile” partirà una gara per l’aggiudicazione del servizio di altri cassonetti per la raccolta di vestiti usati con requisiti più stringenti sui report delle attività del gestore, bando tra l’altro gestito dalla Convenzione dei rifiuti e non dal comune, che prevederà l’installazione di 2 nuovi cassonetti all’interno della piattaforma ecologica (che a breve sarà oggetto di riqualificazione, con lavori che dureranno circa 90 giorni). Questo sarà d’aiuto sia per le associazioni che per i privati, dunque: ne siamo felici.
Ci sentiamo di promuovere, inoltre, anche per un supporto alle associazioni (che ricordiamo ai cittadini che sono sempre aperte a nuovi volontari), una sensibilizzazione per tutti sull’argomento: è importante selezionare i vestiti che non si utilizzano più, di modo da donare alle associazioni solo quelli (lavati) che possono dare ancora dignità a chi li vorrà riutilizzare – abiti troppo rovinati, se non destinati ad altri usi domestici, vanno gettati nei rifiuti.
Si ma dove? Al momento, in attesa dei nuovi cassonetti nella piattaforma ecologica, vanno messi nel sacco dell’indifferenziato – non si possono portare in discarica. Naturalmente speriamo che i cassonetti arrivino prima che la cittadinanza inizi a pagare la tassa sui rifiuti con tariffa puntuale in base all’indifferenziato prodotto, altrimenti queste scelte porteranno i cittadini a dover pagare di più, non potendo smaltire differenziando i vestiti e dovendo metterli nei sacchi dell’indifferenziato che così risulteranno più voluminosi e pesanti”.