Le sardine conquistano Varese: piazza piena tra musica, cori e applausi

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VARESE, 25 gennaio 2020- di GIANNI BERALDO-

Erano preoccupati e un pó agitati Rossella Iorio e Silvano Monticelli, ossia gli organizzatori della prima adunata delle sardine a Varese poi, verso le 15  piazza San Vittore ha iniziato a riempirsi divenendo in poco tempo un mare agitato con onde di sardine a cavalcarlo tra canti, sorrisi, applausi e tanta gioia: quella di essere finalmente protagonisti e di poter dire qualcosa contro l’imbarbarimento politico di questi ultimi anni.

Giovani e meno giovani tutti insieme, ognuno con la propria sardina cartonata al collo, divenuta una sorta di simbolo di nuova libertà, di nuova linfa, di nuovo modo di esternare le proprie idee tutti insieme, in piazza senza pregiudizi e condizionamenti.

Alle 15.30 il colpo d’occhio sulla piazza era davvero emozionante.

Manifestazione che doveva durare un’ora (dalle 15 alle 16) protrattasi ben oltre l’orario previsto, causando ovviamente una certa dispersione di persone.

Una piazza solitamente preclusa alle manifestazioni ma che oggi invece risuonava di canti di libertà anche grazie alla bravura di Renato Franchi e l’Orchestrina Jones che ha sfoderato un repertorio di canzoni davvero di presa, passando da De André a Guccini fino a Bella Ciao e El pueblo unido degli indimenticabili Inti Illimani.

Rossella Iorio e Silvano Monticelli

Insomma una giornata storica per Varese, città dove il centrodestra è in grave difficoltà nonostante proclami di rinascita.

Su di una sorta di palchetto improvvisato composto da tre bancali di legno, Silvano e Rossella dopo avere spiegato i motivi di questa manifestazione, hanno ben coordinato il resto del programma dando spazio a diversi interventi: dai rappresentanti associazioni a semplici cittadini ognuno di essi con qualcosa di importante e mai banale da comunicare. Interventi comunque non improvvisati ma programmati anzitempo.

Tra i partecipanti abbiamo notato pure il segretario provinciale della Cgil Umberto Colombo in prima fila a battere le mani cantando a squarciagola molte canzoni divenute simbolo di lotta, di protesta e di libertà.

Come lui anche altri personaggi politici,come il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti presentatosi con la sua bella sardina al collo «apprezzo e condivido le loro iniziative, fermento popolare che come partito avremmo dovuto percepire senza tentennamenti e che invece non abbiamo fatto».

Nella piazza gremita notiamo anche il consigliere comunale di Varese Luca Paris, così come il sindaco di Comerio Silvio Aimetti, giusto per citarne qualcuno.

Samuele Astuti mostra la sua sardina

Diversi i momenti salienti, come alcune letture estratte da testimonianze dirette da deportati italiani nei campi di concentramento, oppure lo scambio delle sardine tra presenti ognuna delle quali ricordava una persona la cui storia e ricordi devono essere tramandati perché il suo nome non cada nell’oblio della coscienza collettiva.

«La memoria condivisa è una speranza la storia condivisa deve essere una realtà. Ci sono memorie storiche documentate che spesso vengono sottaciute se non rimosse, noi potremmo iniziare a togliere quel velo di ipocrisia che vede il nostro Paese vittima incolpevole della Shoa o il mito degli italiani brava gente. Per questo tra i punti fondativi del movimento delle sardine vi è quello di un cambiamento del linguaggio politico», sottolinea Silvano Monticelli in un passaggio del suo intervento introduttivo.

«Perché siamo in piazza oggi? Di motivi ne abbiamo più di uno-dice Rossella Iorio nell’intervento successivo- Vogliamo tornare a guardarci e riacquistare la capacità di confrontarci anche se le nostre opinioni sono diverse. Ciascuno porta in piazza anche un pezzo di vita personale, i nostri valori, la nostra storia, la speranza per un futuro fatto di meno odio e più solidarietà».

Queste le frasi che racchiudono il pensiero delle sardine, un movimento spontaneo che cerca di essere una sorta di barriera frangiflutti contro l’inconsistenza della politica attuale, contro tutte quelle forme di razzismo e insofferenza verso l’altro che si manifestano in Italia oramai quotidianamente, contro l’ipocrisia dilagante e il menefreghismo.

Ecco le sardine cercano di comunicarci tutto questo e noi come giornale cercheremo di amplificarne il messaggio.

direttore@varese7press.it