VARESE, 27 gennaio 2020- di GIANNI BERALDO-
Che Movimento5Stelle stia attraversando un momento difficile pare quasi affermazione eufemistica, diciamo senza timori di smentite che il movimento (o partito) fondato da Beppe Grillo (oramai defilatosi come leadership) rischia davvero di sparire.
Basti pensare che negli ultimi due anni ha perso qualcosa come 6 milioni di voti, segno inequivocabile che qualcosa non ha funzionato da quando i grillini hanno scelto di sedere tra gli scranni più alti, quelli del Governo (Conte 1 e 2).
La mazzata finale è stata l’esito delle recenti elezioni regionali in Emilia Romagna con M5S attestatosi al 4,7% e in Calabria conseguendo il 6,2%, risultato quest’ultimo che non porterà nemmeno un loro rappresentante in Consiglio regionale.
Insomma per M5S una fase decisiva della loro giovane storia. Ora serve una svolta che potrebbe non essere sufficiente a recuperare consenso. Per capirne di più abbiamo sentito Marco Fumagalli, capogruppo M5S nel Consiglio Regionale della Lombardia.
Senta Fumagalli sia in Emilia che in Calabria abbiamo assistito ad una sorta di tracollo del M5S.
<<Le elezioni in Calabria non le commento nemmeno, dove la vittoria del centrodestra era altamente prevedibile. In Emilia ha vinto Bonaccini ma è stata una sconfitta delle linea politica di Salvini iniziata da quando ha deciso di staccare la spina al governo. Da quel momento è iniziata la sua discesa, il suo tracollo>>
Sinceramente volevo parlare del tracollo di M5S.
<<Vero, in effetti per quanto ci riguarda possiamo parlare di sconfitta, in parte relativa dovuta anche all’azione di governo del Conte 1 e in parte del Conte 2. In realtà noi sui territori non siamo mai stati troppo presenti, come in Lombardia dove abbiamo superato di poco il 17% per le regionali e 22% per le politiche. D’altronde alle ultime amministrative su 998 Comuni ci siamo presentati solo in 55 e comunque andando sempre male a livello di risultati. In queste regionali siamo andati anche peggio. >>.
Però Di Maio qualche dubbio l’aveva espresso sul fatto di presentarsi o meno come M5S
<<Infatti, però noi abbiamo votato perchè ci presentassimo con i nostri candidati, un modo per confrontarsi finalmente con la realtà: e così è stato. L’elettorato oggi ha detto che come ci siamo comportati fino ad oggi non andava bene e non funziona in termini di risultati stare troppo in parlamento.L’elettorato ci ha indicato che dobbiamo tornare tra la gente, capire quali siano i problemi delle persone, dobbiamo ricominciare dalla linea Conte. La gente non vuole più la politica gridata ma persone concrete. Non vuole gente che grida o suona ai citofoni, vuole persone, dei politici che in silenzio operino per il bene del Paese>>.
Il dato certo è che con Di Maio capo politico in due anniM5S ha perso ben 6 milioni di voti.
<<Bisogna però capire che il nostro è un partito d’opinione, non siamo presenti sul territorio, non abbiamo una struttura organizzativa e quindi siamo deboli sotto il profilo organizzativo. Insomma, sostanzialmente quello per M5S rimane un voto di opinione. Voti che in Emilia sono tornati alla “casa madre” ossia nel centrosinistra. Noi in passato abbiamo beneficiato della crisi all’interno della sinistra, con la gente che non aveva più fiducia in Renzi. Nel 2018 abbiamo chiesto al Pd di governare con noi, Renzi ha detto di no preferendo mangiare popcorn. Ora torniamo allo scenario politico di qualche anno fa. Dalla nostra nascita abbiamo ottenuto dei risultati così come delle sconfitte, ora dobbiamo tornare agli inizi cercando di condizionare l’azione politica>>.
Come farete?
<<Allora, tu come partito puoi avere il 32% così come il 5%, in ogni caso l’importante è che riesca con la tua politica a condizionare l’azione del governo. Faccio un esempio: i radicali hanno sempre ottenuto basse percentuali di voti con rare eccezioni, ma nonostante tutto sono in grado di condizionare l’azione politica del governo. Basti pensare ad alcune loro campagne tipo quella sull’aborto ecc… Campagne hanno segnato la vita politica e sociale di questo Paese. Quindi non mi fascerei più di tanto la testa per gli odierni risultati, avrei più paura di avere un partito che abbia ancora il 32% di consensi elettorali ma che non fa nulla , rispetto a un partito magari al 5% ma che in grado di incidere sulle scelte politiche del governo. Come accadeva in passato con i Repubblicani a guida Spadolini ad esempio>>.
Rimane il fatto di una pesante sconfitta
<<Certo, abbiamo subito una sconfitta pesante ora dobbiamo ricominciare. Quelli che facevano politica solo stando dietro a una tastiera non li vogliamo più. Di errori ne abbiamo commessi riconoscendoli; come Di Maio che per questo motivo ha deciso di lasciare il ruolo di capo politico del Movimento. Ora anche all’interno del centrosinistra qualcun’altro dovrebbe riconoscere degli errori, come in parte sta facendo Zingaretti che ora tenterà di rinnovare il partito>>.
E la sua attività politica in Lombardia?
<<La mia attività è di grande pungolo nei confronti del governo della Regione, con frequenti e interessanti interrogazioni e atti di sindacato ispettivo e discreta collaborazione con tutte le altre forze di opposizione>>.
Come dire: con gli stimoli giusti si possono fare ancora grandi cose.
<<Voglio dire una cosa, chi sta dalla parte delle scie chimiche non è gradita la presenza, chi invece ha un atteggiamento costruttivo, di proposte, come d’altronde cerco fare anch’io nel territorio allora è ben accolto. In Consiglio certe mie proposte vengono accettate proprio perchè interessanti e utili a tutto il territorio>>.
Parlando di novità e rinnovamento, pare che il movimento delle sardine ricalchi in qualche modo M5S nella fase iniziale della sua storia politica
<<Assolutamente, spero non ricalchino però la parte peggiore. In qualche intervista Mattia ( Mattia Santoni è uno dei fondatori delle sardine,ndr) dice che loro sono un partito “liquido”, ebbene noi a suo tempo avevamo il “liquid feedback” prima di avere la piattaforma Rosseau. La Costituzione però è chiara in tal senso: la politica la fanno i partiti. A questo punto le sardine possono scegliere, fare un loro partito o entrare nel Pd cercando di modificarlo. In questo ultimo caso auguri perchè non è facile; tanti di noi ci hanno provato non riuscendoci. Per le sardine forse è più consona la nostra struttura di approccio dove non vi sono barriere e tutto è più semplice e diretto. Certamente i nostri temi sono decisamente condivisibili, poi ovviamente facciano come meglio credono. Dall’altra parte troveranno gente che sono lì da molti anni e non si schiodano, noi invece siamo come delle praterie: libere e aperte. Se dovessi suggerire loro qualcosa, direi di pensarci bene prima di fondare un partito per il quale servono pure molte risorse economiche. Noi invece siamo già qui e la nostra porta è aperta>>.