Una Tosca di ”plastica” come monito per la cura dell’ambiente in programma al Teatro di Varese: ”Un’opera rivoluzionaria e moderna”

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VARESE, 28 gennaio 2020- di GIANNI BERALDO-

Dopo il successo ottenuto l’anno scorso con ”Don Giovanni”, torna l’Opera a Varese e lo fa in grande stile con la ‘Tosca” di Giacomo Puccini in programma domenica 1 marzo al Teatro Apollonio, pensata anche per onorare i 120 anni di storia di questo capolavoro di Puccini.

Ancora una volta a mettersi in gioco nel tentativo di far crescere tutto il movimento legato all’opera ci ha pensato la Red Carpet Teatro e Giorni Dispari Teatro, con una proposta davvero importante e pure singolare considerato che qui stiamo parlando di un’opera dal sapore e dalla passione antica, ma proposta in chiave moderna.

Almeno sotto il profilo delle scenografie ideate utilizzando solo ”plastica”.

Serena Nardi regista dello spettacolo

Una sorta di provocazione ma soprattutto monito quella pensata dalla regista Serena Nardi «Abbiamo pensato ad una Tosca di Plastica-dice la regista-questo per puntare l’attenzione su un tema attuale e scottante come appunto della produzione e smaltimento della plastica. Per Tosca abbiamo immaginato un mondo di plastica, una plastificazione totale esterna e interiore, un mondo dove Tosca muore soffocata dalla plastica. Il nostro vuole essere un monito per dire alle persone ”guardate che stiamo andando in quella direzione”».

Insomma una Tosca rivoluzionaria con temi signficativi dove i giovani hanno una parte importante non solo nella società attuale ma pure in questa rappresentazione, in questa sorta di meta teatro, uno splendido incrocio tra opera lirica e il teatro, come ricorda ancora la vulcanica Nardi «Anche quest’anno prosegue il progetto Giovani all’Opera dove noi continuiamo a fare un lavoro di formazione e preparazione di giovani sull’opera e come l’anno scorso impieghiamo una parte musicale con studenti del Liceo Manzoni di Varese per formarlo entrando in scena insieme al Coro Varese Estense per fare il Coro di Tosca».

Un lavoro impegnativo quello di allestire un’opera del genere, con impegno quasi quotidiano per circa un anno. Questo solo per ideare e realizzare le scenografie e adoperarsi per le prove. Se poi ci addentriamo nel campo dei costi qui il discorso si fa complesso. Anche in questo caso interviene la regista varesina da noi intervistata oggi durante la presentazione alla stampa «allestire uno spettacolo del genere sono enormi, soprattutto quando i fondi a disposizione sono pochi. Noi continuiamo questo progetto perché ci crediamo, ma naturalmente ci aspettiamo che le istituzioni, enti e associazioni continuino a sostenerci come fatto finora. Anzi se possibile anche di più».

Parlando di supporto economico da segnalare l’importante contributo messo in campo anche dal Comune pur con qualche difficoltà «Quando si parla di cultura è sempre difficile contribuire economicamente in maniera importante, noi ci proviamo credendo in questo bellissimo progetto che piace molto ai varesini», dice il sindaco Davide Galimberti.

Tra i sostenitori dell’intero progetto due realtà economiche importanti come la banca Fondazione Comunitaria del Varesotto (presente con il segretario generale Massimo Pavanello) e la Bcc di Buguggiate e Busto Garolfo con il vicepresidente Diego Togher « Varese è sempre stata una città legata alla lirica: qui all’inizio del secolo scorso si facevano molte prove generali prima di arrivare alla Scala di Milano, inoltre il tenore Francesco Tamagno ha voluto legare il suo nome a Varese. In secondo luogo, c’è l’aspetto educativo: l’azione di formazione e di coinvolgimento delle scuole permette di far crescere i giovani. Non ultima, l’attualità: il tema ambientale è pressante e impegna ciascuno direttamente. Quindi, cultura, giovani e ambiente: sono tutti elementi che fanno parte del dna di una banca che vuole bene al proprio territorio e lo vuole far crescere valorizzando le eccellenze».

Dino Azzalin

Spettacolo che ha ricevuto anche il sostegno di Medici con l’Africa CUAMM Varese di cui Dino Azzalin, oggi presente, ne è il presidente raccontando come spesso gli artisti siano utili alla causa, come ad esempio il contributo offerto dalla PFM raccogliendo fondi durante i loro concerti utili ad un aprire un ambulatorio dentistico in Africa.

Insomma un’altra bella pagina di cultura musicale da annotare tra gli appuntamenti irrinunciabili.

Non solo per la straordinaria qualità della proposta che già di per sé varrebbe il costo del biglietto, ma anche per premiare il notevole sforzo organizzativo messo in campo solo per una irrefrenabile passione che spesso travalica pure il buonsenso, azzardando proposte ritenute, ingiustamente, per un pubblico solo di nicchia o ”qualificato”.

Questa Tosca ha qualcosa in più, questa Tosca mette in luce caratteristiche impensabili, lasciandosi brillantemente alle spalle i suoi oltre cent’anni di vita, pensando a un futuro diverso che possa avere cura dell’ambiente e rispetto delle persone.

direttore@varese7press.it