VARESE, 31 gennaio 2020- di GIANNI BERALDO
«Mi ha felicemente sorpreso questo sistema di rete tra associazioni e istituzioni presenti sul territorio, utile a trovare soluzioni comuni per aiutare donne e loro figli che hanno subito violenza familiare ma non solo». Così Elena Bonetti, Ministra delle Pari Opportunità e Famiglia, (oggi pomeriggio impegnata in un mini tour per conoscere alcune realtà sociali ed educative di Varese), modalitá operativa che vorrebbe prendere a esempio anche a livello nazionale.
Molto interessante la tappa conclusiva, quella con rappresentanti varie associazioni varesine (svoltosi questa sera alla Sala Matrimoni di Palazzo Estense) la cui mission è quella di aiutare donne vittime di violenza.
Come Eos, associazione di volontariato nata nel 1998 divenuta principale punto di riferimento in provincia di Varese.
Spunti e riflessioni emersi durante i vari interventi; come quello legato al tema sicurezza evidenziato dal questore Giovanni Pepé e dal prefetto Enrico Ricci. Una città Varese, dove fenomeni violenti di questo tipo accadono in una percentuale estremamente ridotta rispetto ad altre città del Paese, ciò non toglie che la guardia deve rimanere alta. Come ha evidenziato nel suo articolato intervento pure il procuratore Daniela Borgonovo che di casi di violenza ne ha trattati parecchio, divenendo vero punto di riferimento importante per tante donne che spesso non hanno il coraggio di denunciare il proprio aguzzino.
Donne, violenza e fragilità, di certo non mancano i temi sui quali riflettere per trovare delle soluzioni «Su questo fronte abbiamo una rete efficace ed efficiente, siamo una provincia fortunata-dice il sindaco Davide Galimberti- Sarebbe bello un progetto nazionale che possa racchiudere tutte le eccellenze di questo tipo puntando ad unico obiettivo fondamentale per tutelare appunto tutti i soggetti fragili».
In rappresentanza delle varie associazioni hanno parlato prima Michela Righi di Eos, illustrando in breve al ministro tutte le loro attività, i risultati raggiunti ma soprattutto le loro richieste («abbiamo bisogno di un sostegno economico continuo e non solo a spot»), poi è intervenuta Giovanna Scienza, medico alla Casa Felicita Morandi: anche in questo caso alla ministra Bonetti sono state indicate delle peculiarità sulle quali potrebbe intervenire il governo, facendo fronte a esigenze importanti non solo sul piano economico.
Dopo avere ascoltato con molto interesse, appuntandosi alcuni passaggi, la ministra Bonelli non ha lesinato complimenti nei confronti delle varie associazioni, così come sottolineato l’ammirevole ed efficace supporto dimostrato dalle varie istituzioni (presente pure il consigliere provinciale Mattia Premazzi).
Tutto questo sfoderando grinta e professionalità da par suo ma soprattutto per il delicato ministero che ricopre, fortemente sostenuta da Matteo Renzi indicandone il suo nome all’atto della nascita del governo giallo-rosso «Molto si è fatto ma parecchio vi è ancora da fare. Fino a qualche tempo la violenza contro le donne pareva una sorta di fenomeno mafioso, quella omertà dove nessuna donna aveva il coraggio di denunciare, era un fenomeno sottaciuto. Ora fortunatamente il fenomeno emerge, abbiamo lavorato tanto a livello di denunce ma non abbastanza», evidenzia la ministra che a questo punto cerca di focalizzare l’attenzione sul lavoro degli operatori, quelli che raccolgono le denunce, quelli che hanno la possibilità di instaurare quel fondamentale clima di fiducia con la vittima ma non sempre le cose funzionano così «ci vuole formazione e contaminazione reciproca-aggiunge la Bonetti- Bisogna trovare un modo per costruire tutto
il percorso incrementando le fasi del prima e del dopo, ad esempio tenendo conto della comunità dove la donna vive, i soggetti con sui si relaziona ecc…Tutto questo spesso viene trascurato da chi le ascolta durante la denuncia. Insomma c’è tutto un dopo da costruire».Una bella analisi sociologica quella della ministra (in questo mini tour accompagnata dalla parlamentare Maria Chiara Gadda e dall’assessore comunale Rossella Dimaggio), che cerca di capire e di confrontarsi direttamente anche con le rappresentanti delle associazioni presente in sala.
Poi l’annuncio che entro l’anno il governo, su sua proposta, varerà un microcredito (1 milione di euro totali), per fare fronte alle prime esigenze economiche di quelle donne che hanno subito violenza in ambito familiare, dovendo ricostruirsi pure una loro indipendenza appunto economica, fattore quest’ultimo tra i principali motivi che scatena la violenza da parte dell’uomo oltre a una meschina forma ricattatoria di tipo economica.
Ora le cose stanno migliorando e sempre più donne maturano la consapevolezza che si può lottare contro questo orribile fenomeno sociale. Si può lottare e sconfiggerlo anche grazie a tante persone che il fatto di aiutare e supportare le persone fragili, lo possiedono nel proprio DNA.
Prima di congedarsi la ministra Bonetti ha lasciato una bella e significativa dedica sul libro comunale degli ospiti: frasi importanti che il sindaco ha poi fatto leggere dalla stessa ministra, commossa di cotanta partecipazione anche emotiva.