Santarossa (Italia dei Valori) su caos coronavirus: ”Vorrei un Paese normale”

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VARESE, 27 febbraio 2020-Col senno di poi è sempre facile parlare, ma i numeri sono sempre stati chiari. Di malattie gravi, scrive Luca Santarossa componente esecutivo nazionale dell’Italia dei Valori,  con numeri mortali maggiori ce ne sono, ma non creano notizia, direi semplicemente non ce ne occupiamo.
L’influenza ha da sempre portato morte, come gli incidenti stradali, ma quel numero è silente da sempre e non si chiude bottega perché uno ha la bronchite o la broncopolmonite o “semplicemente” l’influenza.
L’informazione e formazione delle persone continua l’esponente Idv, è sempre prioritaria, ma deve essere degna e tale.  In Italia non si sa perché per qualsiasi tema c’è la rincorsa allo scoop e alla demonizzazione di tutto senza mai rimanere correttamente con i piedi per terra e semplicemente raccontare le cose per quelle che sono.

Il diritto all’informazione non ha nulla a che vedere con il procurato allarme o semplicemente l’ingigantimento di quanto successo a pro di audience fine molte volte a se

Luca Santarossa

stesso che però porta alla fobia altrui. Pensiamo a personaggi noti che vengono sempre chiamati ad intervenire, molte volte non per competenza, ma perché si sa gridare e imprecare, perché piace, si piace accusare e dire ma si poteva far di più, si poteva fare meglio?

La risposta è per forza sempre si, ma caro mio prova ad essere tu dall’altra parte della barricata, è come criticare il governo è la cosa più semplice e lampante, ma scomoda, addirittura qualcuno scende dalla poltrona e riprende a criticare. Voglio imprecare anch’io!! Ma si sa, è oramai virale se controllo è perché controllo, se non controllo è perché non controllo, comunque c’è sempre un motivo per puntare il dito e un’indagine da dover avviare per trovare il presunto colpevole per poi mandarlo in prescrizione.
Si parla di corona virus, ma per molti italiani manca il concetto di virus (cos’è) e quanti ce ne sono; manca il concetto di come si può contrarre un qualsiasi virus e quanti nel corso della nostra esistenza respiriamo o ingeriamo senza che accada nulla; manca il concetto di mortalità di una malattia e le giuste proporzioni; mancano tanti concetti di igiene personale che non sfociano per forza nella disinfestazione o igienizzazione di una qualsiasi cosa; manca il concetto di uso e scelta di una mascherina di protezione e di un’igienizzante; manca il concetto di educazione di molte persone che sputano a terra e dico sputassero a casa loro così come gettare i rifiuti.
Ai miei tempi a scuola certe cose le insegnavano, oggi forse no, oppure gli insegnanti spiegano male o i ragazzi si sono rincitrulliti. Abbiamo invece perso il tempo a raccontare numero di morti e infetti come se questi numeri aiutassero a risolvere il problema. Ci siamo allenati alle fake news (false notizie) a cui si corre dietro, perché bisogna alimentare il terrore dell’untore e del diverso, chi ha letto i Promessi Sposi ne sa qualcosa, leggere e studiare alle volte serve ditelo ai ragazzi. Parliamo di paziente 0 come se fosse possibile trovarlo e a che scopo? lui o è guarito o è morto.
Probabilmente se fossimo nati nel 600 avremo tutti quanti fatto una bella processione di massa per chiedere al signore la grazia e poi scoprire che toccandoci a vicenda, toccando tutti le stesse cose e baciandoci tutti saremo poi stati tutti untori e i problemi di “grazia” sarebbero aumentati.
Così trovi persone che utilizzano mascherine di ogni genere, ma poi bevono un caffè e mangiano una brioche che chissà chi ha toccato prima, senza capire che la mascherina è il contagiato che la deve portare; troviamo che lo stesso bar diventa infetto ad una certa ora; troviamo che i più esposti sono gli anziani e gli assintomatici ma non prendiamo provvedimenti diretti per la loro cautela, ma chiudiamo scuole, esercizi pubblici, lo sport, mettiamo in difficoltà il Paese. Rimango conclude Santarossa, in attesa di una beata pioggia che risani l’ambiente e le menti, vorrei tanto vivere in un Paese Normale.

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