VARESE, 1 marzo 2020-di GIANNI BERALDO-
Nessun turista, nemmeno di passaggio, vuole mettere piede a Varese.
Previsione estesa alle prossime settimane o almeno fino a quando non cesseranno questi allarmismi su rischio contagio coronavirus.
Quadro drammatico che dipinge una situazione davvero critica per Varese.
Anche per quanto attiene il settore turismo, che coinvolge direttamente centinaia di operatori e commercianti, come ampiamente da noi documentato tramite alcuni articoli: uno sullo status generale in cui si trova la città con paure annesse, un alto più specifico a livello di crisi economica diretta e indotta.
«A partire da venerdì scorso, vi è stato un calo netto anche di telefonate informative». Dice l’unica operatrice rimasta in questi giorni all’Infopoint situato in Piazza Montegappa, che abbiamo sentito recandoci direttamente in ufficio «Dalle 10 telefonate di mercoledì scorso (27 febbraio, ndr)-aggiunge-Siamo passati drasticamente a 3 ricevute venerdì mentre nessuna nella giornata di sabato. Insomma non una bella situazione che va a riflettersi sulle attività degli alberghi cittadini musei e altro ancora che coinvolge il settore turistico».
Delle poche telefonate ricevute nessuna provenienti dall’estero: tutte dall’Italia senza chiedere lumi sulla situazione virus ma semplicemente informazioni su cosa vedere in città e paesi limitrofi.
Ora invece tutto tace anche il telefono. E vedere l”infopoint così deserto (anche di personale addetto), sinceramente infonde un minimo di tristezza ma pure rabbia: quella che adduce al fatto che forse si poteva gestire meglio anche la comunicazione a livello regionale e nazionale.
In alcuni momenti siamo quasi alla farsa.
Come il fatto di adottare il recente decreto su come accedere a sale cinematografiche e teatri, con numero massimo di accessi dove ogni spettatore potrà assistere allo spettacolo mantenendosi a una distanza minima di 4 poltrone uno dall’altro!
Diteci voi se tutto questo non rasenta il ridicolo.