La Biblioteca Civica di Varese sopravvive tra limitazioni e divieti causa virus: ”E’ meno frequentata, ma é normale visto la situazione”

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L' ingresso alla Biblioteca Civica con vari avvisi in bella vista prima della chiusura, prima del lockdown

VARESE, 5 marzo 2020- di GIANNI BERALDO-

Devo ammettere che fa un certo effetto vedere la Biblioteca Civica di Varese, della quale sono un assiduo frequentatore, disseminata di avvisi riportanti indicazioni comportamentali dettate da ordinanza comunale per emergenza sanitaria. Tutti posti in bella vista all’ingresso su di un tavolino delimitato da cordone utile a mantenere distanza di ”sicurezza contagio”.

Diverse le regole alle quali i frequentatori della biblioteca da qualche giorno sono obbligati a seguire. Nella frequentatissima sala studio ad esempio possono accedervi un massimo di 24 persone, mentre in emeroteca il numero si riduce a 10 per un tempo massimo di permanenza di 30 minuti.

Come non bastasse una improvvisata barriera materializzatasi tramite un grande tavolo, mantiene anche in questo caso la giusta distanza (1 metro circa) tra i fruitori e gli addetti alla biblioteca, sempre molto gentili, disponibili e bravi nell’accettare questa inedita situazione anche in modo ironico pur consapevoli che fare mantenere le attuali regole di accesso e consultazione, sono determinanti per non creare altro allarme sociale.

Quando ci siamo recati nel pomeriggio di oggi (anche complice il maltempo) la biblioteca era semideserta, situazione simile anche nei giorni precedenti con qualche eccezione. Come sottolineano le due bibliotecarie presenti in quel momento «C’è un clima particolare e si avverte anche una certa paura tra la gente. Certo vedere la biblioteca poco frequentata fa un certo effetto».

Poi la speranza che «tutto ciò possa passare in fretta anche se le ultime notizie attualmente direbbero il contrario».

Vedendo le decine di libri posti sulle varie scaffalature, vine da pensare come l’attuale emergenza virus possa riportare in auge certi romanzi di fantascienza che speravamo rimanessero tali ancora per molto tempo.

La biblioteca solitamente non è mai un luogo particolarmente affollato, proprio per la sua predisposizione a essere polo di riferimento culturale dove ognuno possa immergersi nella lettura o prelevare qualche libro, potendo scegliere con calma e possibilmente in un clima distensivo e senza chiasso.

Insomma la biblioteca rimane ancora quel luogo magico dove poter viaggiare con la fantasia dettata dalle migliaia di storie, di avventure, di racconti che emergono prepotentemente dalle pagine di ogni libro.

E non accettiamo che queste inebrianti sensazioni vengano meno per colpa del coronavirus il quale, oltre al corpo, tenta di debilitarci anche a livello psicologico, sociale e culturale.

Ma noi non glielo permetteremo.

direttore@varese7press.it

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