Varese isolata ma valichi svizzeri aperti con tanta gente che attraversa il confine. I doganieri: ”Siamo in attesa di comunicazioni ufficiali”

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Polizia di confine (foto Corrieredel ticino.ch)

VARESE, 8 marzo 2020- di GIANNI BERALDO-

L’intera Lombardia é praticamente ”zona rossa” cosí come altre provincie del Nord Italia, come da Decreto emanato dal governo  verso le 2 di stamattina.

Un decisione senza precedenti attuata nel tentativo di arginare la diffusione del coronavirus Per questo uno dei punti del decreto é quello di uscire di casa solo per attivitá strettamente necessarie.

Messagio sicuramente non pervenuto a tante persone le quali, piú o meno tranquillamente, attraversano le frontiere al confine svizzero del Gaggiolo, Ponte Tresa e Chiasso, come riportato da alcuni quotidiani del Canton Ticino.

«Le auto circolano tranquillamente da una parte e l’altra del confine», dice un collega svizzero che evidenzia come le stesse guardie di confine svizzere e finanzieri italiani del valico di Chiasso, siano spiazziati dalla situazione rimanendo in attesa di comunicazioni ufficiali sulle misure emergenziali da adottare.

Stesso scenario questa mattina al valico del Gaggiolo dove in realtá in un primo momento le guardie di confine hanno rimandato indietro alcune auto, per poi rassegnarsi in attesa di comunicazioni in grado di indicare le misure opportune da mettere in campo.

La scena si ripete pure al valico di Ponte Tresa dove molte persone attraversano a piedi, sia in entrata che in uscita, il ponticello di confine, cosí come molte auto. Tutto questo senza riscontrare problemi.

Alcune persone in realtá chiedono informazioni ai doganieri che rispondono «Si può entrare e uscire dall’Italia, disposizioni diverse non ne abbiamo ricevute. Restiamo in attesa, dovrebbero esserci delle comunicazioni in serata o domani mattina».

Come riporta il Corrieredelticino, molti di quelli che attraversano il confine sono residenti ticinesi i quali, saputo  che i supermercati italiani sono comunque aperti nonostante il Decreto, hanno pensato bene di rifornirsi abbondantamente senza per questo riscontrare alcun divieto.

Da rilevare che il problema diffusione coronavirus riguarda  lo stesso Canton Ticino, dove i dati attuali parlano di un aumento quotidiano di contagiati, quindi con la possibilitá di una sorta di contagio di ritorno: ossia che siano gli Svizzeri a contagiare gli Italiani.

Noi pensiamo che per questa emergenza sanitaria (che sta assumendo i contorni di una vera e propria pandemia), forse i confini con la Svizzera andrebbero chiusi per il periodo necessario a debellare il contagio.

direttore@varese7press.it