VARESE, 10 marzo 2020-L’Ospedale di Cuasso, essendo l’unico ospedale pubblico riabilitativo della provincia di Varese, è sempre stato parte integrante dell’offerta sanitaria pubblica.
L’emergenza attuale, sembra, ci faccia rientrare a pieno titolo nella rete.
Abbiamo registrato ogni parola scritta in questo contesto e sicuramente nel momento opportuno la ricorderemo.
La severa emergenza Covid 19 sta sottoponendo Il servizio sanitario regionale e nazionale ad una eccessiva pressione al limite di rottura.
Questa situazione ci impone di posticipare qualsiasi osservazione e valutazione in merito all’organizzazione generale del nostro S.S.N.
Siamo perfettamente a conoscenza cosa stia avvenendo in Ospedale a Cuasso ma non siamo intervenuti prima considerando la delicatezza del momento e per non diffondere ulteriore panico tra la popolazione.
Decidere di dedicare l’Ospedale di Cuasso ad una funzione straordinaria e limitata nel tempo, sarebbe dovuta essere compresa tra le misure adottate dalla ASST Settelaghi e non essere appresa dagli organi di stampa locali; comprendiamo che le decisioni assunte siano in continua evoluzione ma siamo anche in attesa di capire l’esito del bando d’interesse scaduto il 29 febbraio 2020.
Come “Cuasso”, per questa emergenza, faremo la nostra parte.
Questo non deve far dimenticare il percorso su Cuasso, che doveva portare ad una regia condivisa tra Regione Lombardia, ATS, ASST Settelaghi, Comunità Montana e Comuni, interrotto dalla pubblicazione del bando d’interesse.
Auspichiamo che, passato il periodo di emergenza, venga riconfermata dall’Azienda la missione riabilitativa (pneumologica e neuromotoria) come base di rilancio per altre iniziative.
Constatiamo che, nonostante il sempre sbandierato stato di abbandono e precarietà
del luogo, siano sufficienti pochi interventi manutentivi per riattivare un congruo numero di posti letto diversamente da quanto sempre sostenuto dai vertici sanitari.
Senza entrare nel merito di tante altre mancanze e criticità, che affrontiamo e continueremo ad affrontare con i vertici aziendali, ci preme sottolineare che da oltre tre anni siamo impegnati per risolvere il problema della telefonia mobile con i vari soggetti interessati; a questo scopo tutto l’ iter burocratico è stato svolto e perciò chiediamo all’Azienda di concludere in tempo utile l’installazione degli apparati.
Sarebbe impensabile addossare a questi pazienti un secondo isolamento.
Molti vedono in questa occasione emergenziale una svolta nel futuro di Cuasso, vogliamo crederci e che ci serva come esperienza per il futuro.
Comitato Ospedale di Cuasso
Seresini Gian Battista
Ferrarello Angelo
Buzzi Ferdinando