VARESE, 17 aprile 2020-Il bonus di 600 euro stanziato per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti per compensare, in minima parte, il danno economico causato dell’epidemia, è negato ai lavoratori invalidi in condizione di evidente, maggiore fragilità per la sola ragione di essere titolari di ‘pensione/assegno’ di invalidità cui hanno diritto in virtù dei contributi versati e della condizione di grave disabilità compatibile con la prosecuzione dell’attività lavorativa seppur in forma ridotta”.
È quanto scrivono in lettera aperta al Consiglio dei Ministri, le associazioni dei paziento Favo, Fish, Ail, Fand e Uniamo, nella quale denunciano “l’inaccettabile discriminazione che, nell’attuale formulazione dei decreti emessi dal Governo per contrastare l’emergenza Coronavirus, viene perpetrata ai danni di questa categoria di lavoratori invalidi”.
Per questo chiedono “una corretta interpretazione delle norme che hanno istituito il reddito di ultima istanza che chiarisca che ad essere esclusi dal bonus sono i lavoratori ‘titolari di pensione di anzianità o di vecchia’ e non di invalidità.
“Il bonus è riconosciuto ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti “sani” che hanno subito un danno economico da “Coronavirus” e a quelli invalidi civili che già percepiscono una prestazione assistenziale dall’Inps-continuano le associazioni aggiungendo -mentre sono esclusi quelli ‘malati e invalidi’ che hanno una ‘pensione/assegno’ di invalidità grazie ai contributi versati. Appare quindi evidente che a parità di condizioni lo strumento di tutela è negato in modo discriminatorio ai lavoratori in condizione di maggiore fragilità.