Il Comitato ci scrive: “Che fine farà l’ospedale di Cuasso dopo l’emergenza Covid-19?”

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L'Ospedale di Cuasso

CUASSO AL MONTE, 19 maggio 2020-“Ci eravamo lasciati in febbraio al termine di una assemblea molto partecipata dove denunciavamo per l’ennesima volta gli errori e /o le scelte che hanno ridotto l’Ospedale di Cuasso nello spettro del suo passato.

Poi arriva lui, il Covid-19 e Asst Settelaghi riscopre Cuasso come Ospedale per la cura di pazienti in via di guarigione ma ancora positivi al virus. Una scelta dettata dall’emergenza causata dalla pandemia.

Cuasso viene scelto per la sua location perfetta per curare e riabilitare tutti quei pazienti usciti da un’esperienza scioccante. In pochissimo tempo spuntano risorse, fino a ieri negate, per adeguare il posto alla nuova destinazione.

Arrivano inoltre importanti donazioni ed in meno di un mese l’ospedale è pronto a ricevere 50 pazienti acuti e 20 posti per sorveglianza; vengono inoltre approntate camere e luoghi di convivenza per il personale sanitario giunto a Cuasso per completare l’organico.

In poco tempo i 50 posti vengono saturati con pazienti provenienti da tutta la regione mentre i 20 posti di sorveglianza sono a disposizione di ATS.

L’equipe formata da medici, infermieri, fisioterapisti e tutto il personale coinvolto, riconvertiti per questa nuova missione, assolvono egregiamente e con professionalità il loro compito.

Fin qui tutto perfetto; partono lavori di ristrutturazione degli impianti tecnologici lasciati per troppo tempo senza nessuna manutenzione.

Tutto cio’ a ben sperare per il futuro di Cuasso post Covid-19 anche se l’azzeramento di tutte le degenze e l’annullamento di tutte le attività diagnostiche e riabilitative pone più che qualche perplessità: seicento pazienti seguiti per la grave patologia delle apnee notturne (OSAS), settecento pazienti seguiti in follow up per la BPCO, centinaia di pazienti in ossigeno terapia a lungo termine, molti pazienti seguiti ambulatorialmente dall’unità operativa di medicina riabilitativa, vengono di fatto, si spera per poco, lasciati in attesa di future destinazioni. Le agende piene di appuntamenti di pazienti programmati per le diagnostiche presenti a Cuasso vengono via via svuotate trasferendo gli stessi, con non poco disagio, presso altre strutture sempre piu’ affollate e lontane dal territorio.

Lavori per aprire nuove camere a Cuasso

In questo periodo ci poniamo una domanda: dopo questa pandemia, quale futuro si prospetterà per Cuasso?

A questo proposito non deve essere dimenticato il percorso su Cuasso che dovendo portare ad una regia condivisa tra Regione Lombardia, ATS, ASST Settelaghi, Comunità Montana e Comuni – dopo l’interruzione dalla pubblicazione del bando d’interesse – dovrà essere ripresa integralmente.

Auspichiamo che passato il periodo di emergenza e verificata – se mai ce ne fosse stato bisogno – la centralità del nostro ospedale venga riconfermata dall’Azienda la missione riabilitativa cuassese (pneumologica, neuromotoria e cardiologica) come base di rilancio per altre iniziative.

Constatiamo che, nonostante il sempre sbandierato stato di abbandono e precarietà del Luogo, siano stati sufficienti pochi interventi manutentivi per riattivare un congruo numero di posti letto diversamente da quanto sempre sostenuto dai vertici sanitari relativi presunta alla fatiscenza del Luogo.

L’ipotesi di progetto, messa a punto dalla Commissione socio/sanitaria del Piambello, riapprovata all’unanimità anche da tutti i sindaci neo eletti e messa a disposizione dei vertici Aziendali e Regionali, prevede di far tornare Cuasso un motore di sviluppo alternativo esattamente al centro del nostro territorio.

Ribadiamo che l’ipotesi di progetto non si contrappone alla realizzazione del PRESST territoriale, sono due cose intrinsecamente diverse:

Arcisate, apprendiamo, sarà sede del costituendo Presidio socio sanitario territoriale (PreSST) che garantirà tutte le funzioni erogate dagli ex distretti, dai consultori familiari e quelle correlate alla presa in carico della cronicità come previsto dalla legge regionale 23/2015 facendo inoltre tornare in sede tutti quegli ambulatori specialistici che in passato avevano trovato la via di Varese.

Infermiere ospedale Cuasso al Monte

Cuasso è e deve rimanere un “luogo” dove fare sanità efficace, a misura umana e ambientale.

Cuasso, anche come presidio ospedaliero territoriale, deve continuare a fare riabilitazione pubblica, mantenendo i servizi ambulatoriali gia presenti e destinando i rimanenti enormi spazi non utilizzati a soggetti privati, che vogliano investire in attività socio/sanitarie legate alla persona concorrendo così alle spese generali.

Molti vedono in questa “occasione” emergenziale una svolta nel futuro di Cuasso, vogliamo crederci e che ci serva come esperienza per il futuro.”

Per il Comitato:

Seresini Gian Battista

Ferrarello Angelo

Buzzi Ferdinando