MILANO, 28 maggio 2020-Ce lo ricorderemo per sempre. Il periodo del Coronavirus; delle mascherine e delle piattaforme digitali per salutare i “congiunti”, dei termometri all’ingresso dei negozi e delle pericolose sciocchezze pronunciate dai governanti; della musica dai balconi e dei divieti; delle terapie intensive al collasso e dei camici bianchi cubani…
Dal dopoguerra niente di paragonabile: un pericolo globale, infido, che mette in discussione la salute, le libertà, il futuro. In questo contesto dove l’ansia si è mescolata alla resilienza abbiamo deciso di confermare e reinventare il Festival dei Diritti Umani.
Il direttore del Festival, Danilo De Biasio, ha fatto il bilancio di FDU2020. Un’edizione che ha scelto di essere una tribuna delle persone con disabilità: dei 56 ospiti la metà viveva una condizione di disabilità e molti dei restanti speaker ne erano in qualche modo coinvolti come studiosi o caregiver. Una platea vitale, arrabbiata, coraggiosa, autoironica, che denuncia, racconta le proprie imprese, dà voce a chi – per tanti motivi – non riesce a farlo.