Presunti dati falsati dalla Regione Lombardia per consentire aperture anticipate, la denuncia di Codacons

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MILANO, 29 maggio 2020-Accuse pesantissime quelle che la Fondazione Gimbe (associazione senza fine di lucro, che ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico) lancia alla Regione Lombardia con le parole del proprio Presidente Nino Cartabellotta.
La Regione “aggiusterebbe” i dati che vengono comunicati, per esempio inserendo in un unico dato dimessi e guariti. Mentre per i dimessi non si conosce il loro status di guarigione clinica o virologica, e in che modo i “positivi” rimangano in isolamento domiciliare.
Mancherebbe anche una vera e propria condivisione dei dati, infatti, secondo Cartabellotta, la Regioni non renderebbe disponibile i dati in formato “open” come fanno altre Regioni.
I rischi di una riapertura dei confini regionali per Lombardia, Piemonte e Liguria potrebbero essere molto alti, in queste Regioni si verifica, infatti, la percentuale più elevata di tamponi positivi ed il maggiore incremento di nuovi casi.
Sulla vicenda interviene Codacons: “Riaprire ora Lombardia, Piemonte e Liguria sarebbe irresponsabile. Non si possono trattare situazioni così diverse sul territorio italiano allo stesso identico modo, ci sono alcune Regioni per cui i rischi di riapertura dei confini sarebbero troppo alti. – Afferma il Presidente del Codacons, Marco Donzelli – vogliamo capire se i dati effettivamente comunicati dalla Regione Lombardia corrispondano ai dati reali, perché l’accusa lanciata dalla Fondazione Gimbe (bollata come offensiva e inveritiera dalla Regione) è troppo grave.
Dopo le numerose mancanze, negligenze e colpe della Regione, che abbiamo ben specificato nella nostra richiesta alla Prefettura e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di commissariamento della sanità lombarda, aver “falsificato” o comunque “aggiustato” i dati relativi ai positivi al Covid-19 vorrebbe dire mettere a rischio migliaia e migliaia di vite umane, che dopo l’immane tragedia avvenuta nelle RSA, nel bergamasco e nel bresciano, sarebbe il punto più basso della storia lombarda.”