MILANO, 1 giugno 2020- “La possibilità, prevista per legge, di svolgere da parte dei medici pubblici attività privata nelle strutture pubbliche (ossia la cosidetta Intramoenia) in regime di libera professione va riformata a rimodulata a fronte della sospensione delle attività ambulatoriali avvenuta durante l’emergenza Covid.19″, dichiara Gregorio Mammì, consigliere regionale M5S Lombardia ”Regione Lombardia non ha ancora reso pubblica l’eventuale strategia per la riduzione delle liste d’attesa e per il recupero delle attività ordinarie che hanno subito mesi di sospensione e al contempo prevede la possibilità per i medici di fare intramoenia spingendo, di fatto, i cittadini a pagarsi le prestazioni, se possono. L’intramoenia è stata pensata per poter dare una possibilità al cittadino, non per soddisfare le esigenze che non si riescono a soddisfare con il servizio pubblico”.
“L’enorme divario tra tempi di attesa delle prestazioni a pagamento e quello con ticket era già un problema prima della pandemia, adesso è inaccettabile che venga perseguita la stessa strada. Questo è un aspetto su cui è necessario fare chiarezza: molto spesso l’intramoenia è stato proposto dai professionisti come ‘salta fila’, infatti, sempre più cittadini lamentavano il fatto che per aver ‘diritto’ ad un intervento o a prestazioni specialistiche avrebbero dovuto fare la visita privata con il medico di riferimento. Questa pratica oltre ad essere eticamente vergognosa è illecita è entrata ormai nelle ‘consuetudini’ sanitarie di Regione Lombardia. Senza alcuna vigilanza da parte di Regione e della Direzione Welfare, si alimentano situazioni in cui chi ha la possibilità paga l’obolo della visita privata per saltare le code ed avere diritto prioritario ad un intervento o ad altre prestazioni, cosa che già era inaccettabile nell’ordinario ma che a fronte della sospensione delle attività ambulatoriali, diventa un problema ancora più grande che deve essere gestito con una strategia chiara e trasparente”
“Regione Lombardia ha tutti gli strumenti utili e le strutture necessarie per gestire al meglio il post-emergenza, è necessario però avere innanzitutto la volontà di far funzionare i servizi pubblici ed una strategia chiara e trasparente. In questa fase la priorità deve essere il recupero delle prestazioni ambulatoriali che sono state rimandate per i mesi dell’emergenza e più che permettere ai medici di offrire prestazioni private, utilizzando le strutture pubbliche, andrebbero previste aperture straordinarie degli ambulatori, un piano di assunzioni e un monitoraggio delle liste d’attesa. Ovviamente le strutture private hanno già una risposta pronta, hanno già organizzato percorsi covid e non-covid, prolungato l’orario degli ambulatori e previsto modalità di gestione delle prenotazioni e dei pagamenti con piattaforme online. E’ una guerra impari e l’assessore Gallera dovrebbe proporre un piano shock per la sanità pubblica, invece, l’unico shock lo hanno i cittadini che provano a prenotare le prestazioni sanitarie, spesso dirottati verso gli efficienti privati. Chissà se nei prossimi mesi dovremo contare le vittime da post Corona-virus”, conclude il pentastellato Mammì