SARONNO, 19 giugno 2020- di ALFONSO INDELICATO-
Poiché le elezioni comunali sono ormai prossime, mi permetto di abbozzare il ritratto di quello che per me dovrebbe e potrebbe essere il sindaco ideale per Saronno. È un ritratto di fantasia, un ideal-tipo direbbe D’Annunzio, pertanto nessuno è autorizzato a identificare in esso un candidato sindaco già sceso nell’agone o tale solo in pectore.
1) Vorrei che fosse una persona colta. La cultura non è tutto, certo. A volte può essere perfino un peso: “scientia inflat, caritas vero aedificat” diceva S. Paolo. Però la cultura ha anche la sua utilità pratica: permette di osservare fatti e situazioni da diverse angolature, e quindi di comprendere le ragioni altrui; aiuta a cogliere il cuore delle questioni, emarginando ciò che è secondario; smussa gli angoli e dona tolleranza; evita brutte figure e scivoloni parlando in pubblico. Faccio un esempio per meglio chiarirmi: ricordo il candidato sindaco di una grande città asserire, durante la campagna elettorale, che per risolverne i problemi erano necessari … “piani quinquennali”. Egli non sapeva, evidentemente, che i detti piani furono varati da quel gentile personaggio di Stalin dalla fine degli anni venti in poi, e che costarono la vita a milioni di poveretti, in massima parte detenuti comuni o politici, utilizzati come manodopera schiavizzata. Inutile dire come finirono per lui quelle elezioni.
2) Vorrei che non considerasse il requisito della bellezza un inutile orpello. La bellezza e l’armonia del luogo dove si vive è una delle condizioni del vivere bene. Saronno non sarà mai una vera città d’arte, ma questo non è un buon motivo né per distruggere quelle poche vestigia di interesse storico che ci sono, né di riempirla dell’edilizia graziosa ma convenzionale e uniforme tanto oggi in voga, né ancora di strozzare quei pochi spazi e quelle pochissime prospettive che rimangono aperti. Vorrei dunque che il sindaco di Saronno istituisse se non l’assessorato (Saronno non è Urbino), almeno la delega alla bellezza.
3) Vorrei un sindaco che scegliesse i suoi collaboratori grazie alle loro capacità e attitudini, e non alla possibilità – come dice il vulgo profano – di “tenerli per le palle”. Chi è dotato di capacità, di solito possiede anche personalità e carattere, e di conseguenza può risultare un compagno di avventura poco malleabile, ma in caso di burrasca – e di burrasche ce ne sono sempre, per un sindaco in carica – sa intervenire a difesa dell’amministrazione da par suo, mentre il soggetto prescelto esclusivamente in base al criterio della fedeltà perinde ac cadaver non è di alcuna utilità per sopravvivere ai marosi. A corollario, vorrei un sindaco che non pretendesse di fare il padrone in casa d’altri, cioè presso i partiti e le civiche che lo appoggeranno. In verità non è difficile entrare con scarponi chiodati in un ambiente politico e, fidando nella naturale ambizione umana, scegliervi come collaboratore chi offre più garanzie di dedizione, ma in tal modo si determinano crisi interne, gli alleati si sfasciano, e il sindaco si ritrova prima o poi come un generale senza esercito, avendolo sterminato egli stesso.
4) Il sindaco che vorrei dovrebbe essere una persona la quale, prima di prendere una decisione, ascoltasse la sua maggioranza e anche l’opposizione, senza che quest’ultimo fosse un puro atto formale. Dopo di che, avendo assunto la sua decisione a seguito di una riflessione saggia e prudente, avesse la capacità e la volontà di difenderla con argomentazioni adeguate, in tutte le sedi, senza il timore di spiacere a chicchessia. Credo che chi argomenta la propria tesi in modo convinto e sincero venga apprezzato anche da chi tale tesi non condivide, e comunque non si può, infine, piacere a tutti. Da queste ultime note si capisce che il primo cittadino dovrebbe saper fare, ma anche saper comunicare quello che sta facendo, con semplicità, efficacia, linearità, chiarezza.
Tralascio ogni indicazione circa la doverosa onestà del personaggio, la quale in politica si declina in vari modi: nel non favorire interessi propri o di amici e alleati, nel mantenere separati politica e affari, nel non avere consuetudine con personaggi chiacchierati. La tralascio perché ritengo che essa non sia un requisito politico che come tale debba entrare in un programma partitico e urlata nella pubblica piazza, ma un pre-requisito umano che produce riflessi in ambito politico.
Esiste un personaggio con queste caratteristiche nella nostra città? Io credo di sì, e anzi più di uno.
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno