Ats Varese lancia un appello alla responsabilitá individuale contro diffusione Coronavirus

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VARESE, 24 giugno 2020-Un appello alla responsabilità individuale per contrastare la diffusione del Coronavirus. E’ la raccomandazione emersa questa mattina nel corso dell’incontro con la stampa promosso dalla Direzione Strategica di ATS Insubria quale occasione di approfondimento e confronto sull’emergenza sanitaria in corso.

Erano presenti all’incontro i Direttori delle diverse articolazioni dell’Agenzia che hanno descritto, partendo dai numeri dell’epidemia nel nostro territorio, il lavoro e le modalità organizzative adottate dall’Agenzia che hanno visto un’evoluzione adattiva in funzione dei nuovi bisogni registrati e delle novità introdotte nel quadro normativo di riferimento.

“Si registra un calo significativo dei positivi, attualmente 1.494, ed un aumento dei soggetti guariti complessivamente 5.117. – ha precisato il dott. Paolo Bulgheroni Direttore Dipartimento Igiene e Sanità Pubblica – Sebbene i numeri siano confortanti, il coronavirus non è scomparso. Proprio ora, che stiamo entrando in una fase di graduale ripresa delle attività sociali e lavorative, è il momento di essere ancora più scrupolosi nell’adozione delle misure di prevenzione per evitare la riaccensione dell’infezione. Distanziamento sociale, uso delle mascherine, norme igieniche e attuazione delle prescrizioni previste nei luoghi di lavoro e nelle attività produttive devono avere la massima attenzione”.

Un invito a scaricare ed utilizzare l’app Immuni è stato rivolto dalla dott.ssa Annalisa Donadini, Responsabile della UOC Medicina Preventiva nelle Comunità. “La tecnologia ci può venire in aiuto. Con il sistema dell’app immuni abbiamo la possibilità di rintracciare, in modo più puntuale, gli eventuali contatti di un caso positivo. In questi pochi mesi abbiamo preso in carico 11.880 soggetti a fronte di un’attività che negli scorsi anni si attestava intorno ai 5.000 pazienti per malattie infettive in un anno.”

Ad oggi nell’ATS Insubria solo due soggetti positivi hanno dato l’autorizzazione a “sbloccare” i codici dell’app immuni per facilitare il contact tracing. “Altra parola chiave è tempestività – ha continuato la dott.ssa Donadini – e precoce individuazione dei nuovi focolai. Al momento non si registrano situazioni di criticità: i focolai riguardano situazioni in via di risoluzione oppure nuovi contagi in ambito famigliare”. Si precisa che per focolaio si intende un soggetto che ha contagiato almeno un altro soggetto in un contesto circoscrivibile.

Sull’evoluzione degli strumenti per la gestione dei flussi di comunicazione dei dati si è focalizzato l’intervento della dott.ssa Elena Tettamanzi  Responsabile UOS Epidemiologia, Medicina ambientale e flussi comunicativi. “ATS Insubria ha voluto strutturare, a differenza di altre analoghe realtà, il portale EmerCovid per condividere le informazioni con Sindaci e Prefetture che, secondo competenza, possono conoscere i soggetti positivi, guariti, deceduti, in sorveglianza, differenziando i domiciliati in strutture di comunità dal resto dei cittadini, così da facilitare sia servizi di assistenza da parte dei Centri Operativi Comunali sia le verifiche da parte delle Forze dell’Ordine., che ha raccontato come sia stata determinante l’individuazione di strumenti adeguati per i flussi di comunicazione dei dati, tra cui il portale per i Sindaci.

L’agenzia ha voluto supportare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta mettendo a disposizione un portale per la prenotazione diretta ai loro assistiti dei tamponi e test sierologici, così da rendere rapida la programmazione dell’attività diagnostica”.

La Dott.ssa Cristina Della Rosa Direttore del Dipartimento Cure Primarie ha posto l’attenzione sul lavoro di raccordo e supporto continuo con i Medici di Medicina Generale, Pediatri di Famiglia e Medici di Continuità assistenziale. Per quanto riguarda l’attività delle Unità Speciali di Continuità Assistenziali USCA ha evidenziato che “tali Unità sono attivate dai medici di medicina generale che ravvisano la necessità di visite domiciliari ai loro pazienti covid positivi o con sintomatologia compatibile. Le richieste espresse dai medici hanno seguito il trend di diffusione dell’infezione e sono state tempestivamente evase. Sono state attivate sette USCA, che coprono l’intero territorio dell’Insubria”. Altra importante attività svolta dal Dipartimento di Cure Primarie è stato l’aiuto ai medici che hanno contratto il covid per dare continuità al lavoro ambulatoriale. Su 1.303 professionisti si sono registrati 33 contagi, di cui 2 deceduti.

“Se nella prima fase emergenziale l’attività di ATS si è focalizzata sul supporto alle strutture sociosanitarie per l’applicazione dei protocolli di sicurezza, per fornire dispositivi di protezione e tamponi alle RSA che ne hanno fatto richiesta evidenziando difficoltà nel reperimento, oggi, nella fase 2, con la riapertura delle Unità di Offerta sociosanitarie per le persone con disabilità e la possibilità di ingresso di nuovi ospiti nelle RSA, l’attenzione sarà quella di accompagnare le strutture affinché il tutto si svolga in piena sicurezza. Secondo quanto previsto dalle normative, stiamo effettuando i test sierologici e i tamponi, ove necessario, agli operatori sanitari e agli ospiti, che rientreranno in struttura .” – ha affermato il dott. Maurizio Tettamanti Direttore della UOC Accreditamento e controllo Sociosanitario. Da evidenziare poi che nell’ATS Insubria, anche nei momenti di massimo picco dell’infezione, 51 RSA su 115 non hanno registrato casi di covid.

Ha concluso l’incontro il dott. Marco Magrini Responsabile del Comitato di Sorveglianza COVID che ha coordinato le attività diagnostiche dei tamponi e dei test sierologici attraverso l’organizzazione delle tende istituite in collaborazione con la Croce Rossa e altre realtà associative del territorio, ed ha evidenziato “che le difficoltà relative ai dispositivi di protezione hanno riguardato tutto il paese e che l’attività di tamponatura è stata subordinata inizialmente alla disponibilità dei reagenti. Oggi si è adeguatamente attrezzati per fronteggiare le fasi successive a quella pandemica ed anche eventuali riaccensioni dell’epidemia, che vogliamo ovviamente scongiurare.”

L’incontro è stata l’occasione per ripercorrere l’andamento dell’epidemia nel territorio dell’ATS Insubria e le tappe che hanno portato l’Agenzia ad avere una configurazione organizzativa e funzionale nuova, con l’impegno di operatori sanitari ed amministrativi che hanno svolto l’attività sette giorni su sette, con il massimo impegno, senza mai smettere di considerare la rilevanza dei drammi familiari di cui venivano a conoscenza.