VARESE, 10 luglio 2020-Il Ponte del Sorriso ha aperto una pagina pubblica su Facebook nel febbraio 2012 per divulgare le proprie iniziative su un social frequentatissimo.
La pagina è collegata al sito web della fondazione.
Da un momento all’altro, senza alcun preavviso, dopo oltre 8 anni di utilizzo, Facebook decide di bloccare il sito, eliminando i post, praticamente quasi tutti, che condividono il link per favorire l’accesso diretto a chi legge il post.
Tutta la storia, faticosamente costruita in 8 anni, tutta la creatività per rendere la pagina credibile ed esaustiva sulle iniziative benefiche e sui progetti a favore dei bambini in ospedale, tutto, con un click, viene cancellato senza possibilità di appello o di capirne le motivazioni. Le conseguenze per un’associazione no profit o anche per un’azienda che su Facebook ha investito risorse umane ed economiche, sono, infatti, disastrose dal punto di vista della visibilità.
Facebook non dà spiegazioni e nemmeno consente la comunicazione con l’assistenza. Dal momento in cui viene bloccato il sito, anche le mail legate al dominio vengono stoppate e si rimane completamente nel buio. Usando una mail privata.
Il Ponte del Sorriso ottiene qualche collegamento con il call center, ma nessun accesso al team “decisionale” viene permesso ed il responso rimane negativo. I vari operatori che si susseguono si prendono a cuore il problema perché comprendono la gravità e l’ingiustizia subita, ma non serve a nulla, loro non hanno gli strumenti per intervenire e chi gestisce la sala dei bottoni non comunica in alcun modo con l’utente per meglio capire e magari rivedere la situazione.
Quanto accaduto a Il Ponte del Sorriso potrebbe succedere a chiunque. Attenzione quindi ad affidare i propri ricordi, le proprie aspettative, le proprie speranze, attenzione, per un’associazione o un’azienda, ad investire sul futuro, perché per Facebook siamo solo il numero di un ID.
Per Il Ponte del Sorriso, al momento, niente da fare, tutto distrutto senza saperne la ragione. Il sito, infatti, non parla di guerra, di violenza, non ha scopo pedopornografico, non ha alcun contenuto discutibile. Allora perché Facebook ne ha bloccato il collegamento dalla pagina? E perché, nonostante sia evidente che è stato commesso un pasticcio o un errore del famoso “algoritmo”, non è possibile rimediare?
C’è qualche funzionario Facebook in Italia o chiunque altro che possa rispondere e aiutare Il Ponte del Sorriso?