VARESE, 28 luglio 2020-“Fidarsi e affidarsi talvolta è necessario: è questo che ho imparato nella mia esperienza in Uganda”.
Daniele Contini, 29 anni originario della Rasa di Varese, comincia così il suo racconto dell’anno vissuto in Karamoja grazie al servizio civile fatto con Africa Mission Cooperazione e Sviluppo.
Esperienza che racconterà giovedì 30 luglio alle 21 nel cortile della scuola “Goffredo Mameli” in via San Gottardo, alla Rasa di Varese.
“Vi racconto il mio anno in Uganda” è il titolo dell’incontro promosso dal Movimento in collaborazione con l’Agesci di Varese e il Corpo Musicale Libertà della Rasa di Varese, che interverrà nel corso della serata.
La scelta della location non è casuale: proprio alla Rasa di Varese infatti riposa il fondatore del Movimento don Vittorione Pastori e lì dunque Contini ha voluto organizzare questo incontro dedicato ad Africa Mission Cooperazione e Sviluppo.
Nei dodici mesi da casco bianco trascorsi nel cuore dell’Africa e per la precisione nella regione ugandese del Karamoja, Contini ha seguito le attività di perforazione e riabilitazione dei pozzi che in Uganda, grazie ad Africa Mission, sono oltre 1200.
Il volontario ha potuto così mettere a disposizione del Movimento le sue competenze da geologo, ma nel contempo anche vivere un’intensa esperienza a contatto con le popolazioni locali: “Ci siamo messi tutti in gioco per far andare le cose bene – ha spiegato al rientro in Italia avvenuto pochi giorni fa – personalmente penso di aver dato quello che potevo dare, mi sono sentito parte di un percorso comune e sono cambiato tanto in questi mesi: non tutto è stato facile, ma una cosa che ho imparato è che chiedere aiuto delle volte è necessario e lo è anche affidarsi”.
“È positivo vedere come il servizio civile sia importante nella formazione dei nostri giovani – commenta il direttore di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo Carlo Ruspantini – la conferma arriva durante il percorso, ma anche e forse soprattutto alla conclusione. Daniele, insieme agli altri caschi bianchi, ha compiuto questo cammino sulle orme del nostro fondatore don Vittorione Pastori e lo ha fatto suo: è il modo giusto per vivere un’esperienza che nella sua natura è di “servizio” agli altri e “civile” perché si inserisce in un contesto di comunità”.