VARESE, 11 agosto 2020-Dopo 34 anni di lavoro don Michele Barban ha rassegnato le dimissioni da presidente del Centro Gulliver, lasciando una grande eredità a tutta la comunità.
A don Barban gli succede Emilio Curtò, classe 1946, messinese di nascita, ma varesino da 50 anni, è un personaggio pubblico molto conoosciuto a Varese per aver esercitato la professione di magistrato e aver ricoperto l’incarico di presidente del Tribunale di Varese dal 2005 al 2012. Curtò ha svolto tutta la sua carriera a Varese – a parte un’importante parentesi come ispettore al Ministero di Grazia e Giustizia – prima come giudice a latere, poi pretore del lavoro e infine presidente della prima sezine civile. Oltre al diritto, ha una grande passione per lo sport, in particolare per il ciclismo.
Attenzione per gli aspetti normativi ed organizzativi, ma anche profonda umanità: “Quando mi è stata chiesta la disponibilità ad occuparmi per qualche tempo dell’amministrazione di Gulliver – racconta il neo presidente Emilio Curtò – mi è stato semplicemente detto che ero stato favorito dalla vita ed era quindi arrivato per me il momento di restituire parte di quanto avevo ricevuto. Senza tentennamenti, ho accettato a scatola chiusa.”
Il Gulliver è da tutti riconosciuto come risorsa preziosa per il territorio e se è diventato la realtà importante che ben conosciamo, lo si deve soprattutto a lui e alla squadra di collaboratori, amici, volontari, aziende che in questi anni si sono lasciati coinvolgere dalla sua passione.
Un lavoro davvero eccellente. Una comunità intera prova riconoscenza e gratitudine verso questo sacerdote che ha impegnato la sua vita per le ragazze e i ragazzi in difficoltà.
Quest’anno don Michele ha festeggiato i suoi 78 anni, 34 dei quali spesi instancabilmente per gli ospiti delle 9 Comunità Terapeutiche, tra Varese, Bregazzana e Cantello. Era il febbraio del 1986 quando venne fondata la cooperativa Gulliver e nel maggio dello stesso anno apriva l’accoglienza del centro. Una prima struttura con sei ragazzi a cui avrebbe fatto seguito la comunità e via via le altre realtà. Erano anni difficili per il mondo delle dipendenze e il Gulliver diventò presto un punto di riferimento per migliaia di persone e familiari.
In questi mesi abbiamo affrontato l’emergenza del Covid-19 garantendo tutti i servizi nella massima sicurezza. È stato possibile grazie all’impegno degli operatori e di tutto il personale.
Il Gulliver da sempre è abituato al cambiamento e ora deve affrontare il più importante e delicato, ma l’eredità che lascia don Michele permette di guardare con serenità al futuro.