VENEZIA, 26 agosto 2020-Dopo breve penare e molti piagnistei sono state presentate liste e candidati per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre.
Era ed è evidente a tutti che non ce n’era per nessuno: il presidente, Zaia, era ed è senza rivali. La lotta verteva su come accodarsi al carro (altro discorso per quanto riguarda contraddizioni all’interno della Lega, tra Salvini, Zaia, e non solo).
In questo contesto è interessante vedere il comportamento dei “cespugli” del cosiddetto venetismo; noi crediamo sia necessario un minimo di chiarezza: anche i meno avveduti e meno informati comprendono che siamo di fronte ad una accozzaglia di accattoni sottoproletari, alla ricerca di qualche ossicino che cade dal lauto banchetto altrui.
Se andate a vedere nello specifico troverete di tutto: chi era consigliere del ministro Vannino Chiti (governo Prodi), da chi era vicesindaco, meglio noto come “Toni carega”, il quale collaborava con Cacciari e Poli, e beffava i suoi amici “indipendentisti” per uno sgabellino a Palazzo Ferro Fini, dai nepotisti del nordovest veneto, che candidano e candidavano alle poltrone di Roma e del Veneto compagne, amici e affini, da chi faceva le barricate con forconi e bandiere tricolori, rilasciando dichiarazioni insultanti contro il nostro popolo; poi ci sono altri che tentano di trovare qualche buchino per partecipare alla sagra.
Non si pretende che uno non debba modificare le proprie idee o convinzioni, sarebbe contro i principi della dialettica e del materialismo storico, e si sconfinerebbe nell’idealismo e nella mefistofelica metafisica.
Il problema è che questi “signori” sono la massima espressione della metafisica, rappresentata da un obbiettivo inamovibile, assoluto e permanente: usare l’indipendentismo e la bandiera marciana, il più alto simbolo del popolo veneto, per accaparrarsi con annessi e connessi una qualsiasi carega, più o meno remunerata dallo stato centralcolonialista, e dare un senso al loro inutile sopravvivere politico.
E’ inoltre patetico chi, non ammesso al circo, fa appello alle varie istituzioni italiane per poterne far parte.
Questi saltafossi non hanno mai avuto il coraggio di dire: “Ho creduto nelle cose sbagliate ,avevo torto”: è un adeguamento, mai una presa di coscienza.
Non si può pretendere che tali personaggi facciano una seria autocritica; per farlo dovrebbero avere una linea politica, una tattica, una strategia, un piano economico e soprattutto un’etica. Troppo difficile e complicato per chi non l’ha mai posseduta.
Discorso a parte va fatto per le liste “Zaia presidente” e “Rubinato per le autonomie”. Sicuramente un successo robusto della lista Zaia ,legata al risultato referendario del 2017 costringerebbe Zaia ad essere conseguente (visti i negativi risultati ottenuti finora): proclamare l’indipendenza, con tutte le conseguenze possibili, resistenza compresa.
La lista “Rubinato per le autonomie” ha una sua valenza riformista, date le similitudini con la Baviera e la C.S.U.
Pertanto su queste due liste il Veneto Serenissimo Governo darà un giudizio in base alla loro coerenza. Comunque non saremo pregiudizialmente nemici. Valuteremo il loro impegno per la libertà del Veneto.
Ufficio di Presidenza
Veneto Serenissimo Governo