Riapre la caccia, i volontari del Cabs (antibracconaggio) avvertono: “Le Regioni cedono alle lobby dei cacciatori”

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VARESE, 1 settembre 2020-Si apre a partire del 2 settembre. Cacciatori in cosiddetta pre-apertura (eufemismo con il quale si consente alle Regioni di iniziare a sparare prima dell’ormai aleatoria “terza domenica di settembre”) pronti a impallinare “in deroga” alcune specie tra quelle previste.
Sono diverse, ben oltre la metà, le Regioni che anche quest’anno hanno deciso di favorire le doppiette. Ad avviso del CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio, entreranno in campo con regole tanto insensate da fare ricordare le polemiche sulle confuse e spesso contrastanti disposizioni regionali sulla prevenzione del coronavirus.
” In questo caso – ha affermato il CABS – non ci troviamo innanzi a pareri diversi, se non apertamente contrastanti, sull’uso delle pur importanti mascherine o la più o meno efficiente contingentazione delle persone, bensì sulla possibilità di potere sparare prima del tempo e a specie sempre più rare, come nel caso della Tortora selvatica”.
Per salvarsi le penne lungo il viaggio migratorio verso sud, le nostre ultime Tortore selvatiche dovranno stare attente al Lazio, ove sarà consentito ucciderle il due e il sei settembre. Se poi hanno intenzione di attraversare Campania e Calabria dovranno fare attenzione al due settembre, quando potranno essere centrate dalla rosa dei pallini di piombo. Di mezzo, però, ci sarà la Basilicata ove i giorni previsti sono addirittura tre: il due, il sei e tredici settembre. Nel mirino finiranno anche talune anatre e corvidi, quaglie ed altri uccelli, oppure il coniglio selvatico, piccolo mammifero che nonostante la sempre minor presenza in quella che fu la roccaforte siciliana, continuerà ad essere impallinato addirittura in “pre-apertura”. Il tutto con molte aree del nostro paese dove ancora sono in corso devastanti incendi e con la fauna spesso impegnata con nidiate o cucciolate.
” Ci chiediamo – ha affermato il CABS – come è possibile che le Regioni cedano così la fauna alle lobby dei cacciatori, senza curarsi della protezione di questo patrimonio pubblico. Ma ancora più incredibile è la spesso mancata adesione alle previsioni governative nazionali che rimangono in molti casi lettera morta. Insomma – conclude il CABS – parrebbe ancora una volta palesarsi una lobby venatoria gradita dal mondo politico, specie quello locale”.
Quello che però il CABS teme di più è il controllo del territorio notoriamente già molto deficiente ed aggravato, sempre ad avviso dei protezionisti, dallo smantellamento di molti corpi della Polizia Provinciale.