Fipe-Confcommercio: ”Il sensazionalismo é piú contagioso del virus”

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VARESE, 13 settembre 2020 – “Chiediamo agli organi di informazione senso di responsabilità e completezza di informazione, senza cedere al virus – dannoso quanto il Covid – del sensazionalismo a tutti i costi”. Così, Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha commentato la notizia riportata da alcuni media di una ricerca statunitense secondo la quale aumenterebbe il rischio di contagio tra i frequentatori di ristoranti.

Questa ricerca – ha commentato il noto virologo Francesco Spinazzola – è stata realizzata su 150 casi: direi che non occorre essere luminari di scienza statistica per dire che 150 casi sono un campione assolutamente scarso e poco significativo sul quale non è possibile formulare alcuna considerazione di carattere generale. Inoltre, la ricerca si è svolta in alcune città degli Stati Uniti, dove la maggior parte dei ristornati è all’interno di grandi centri commerciali ed è quindi avventuroso affermare che il contagio sia avvenuto nel ristorante o in altro esercizio commerciale. Negli Stati Uniti, tra l’altro, non sono state applicate in maniera omogenea tutte le regole e le limitazioni come invece è avvenuto in Italia.

Infine – continua il Professor Spinazzola – l’unico dato certo fino ad oggi è che nei ristoranti italiani non sono stati registrati significativi casi di contagio e che, là dove sono state rispettate le regole di distanziamento, di utilizzo della mascherina, di sanificazione periodica, il virus non l’ha avuta vinta”.

I nostri ristoranti sono un luogo sicuro, lo dimostra il fatto che questa estate, in cui l’affluenza in certi luoghi è stata significativa, non si sono segnalate criticità. – conclude Roberto Calugi – Del resto, sono gli stessi ricercatori che, nel commentare il loro lavoro, consigliano che per ridurre i rischi di contagio nei ristorati vengano adottate misure di distanziamento che i ristoratori italiani hanno assunto e rispettano fin dal momento della riapertura. Per questo suggeriamo ai nostri media di riportare la ricerca nella sua completezza. La rincorsa – comprensibile – al titolo acchiappa lettori non può prescindere però dalla consapevolezza che un titolo fuorviante può compromettere il lavoro di migliaia di imprenditori, di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie”.