“Il TFR è un diritto, perchè ai dipendenti pubblici viene “sequestrato” per anni?”: petizione e sit-in davanti sede del Governo

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VARESE, 8 ottobre 2020-Noi siamo alcuni firmatari delle petizioni nate spontaneamente l’anno scorso ed alle quali nel frattempo, hanno aderito più di 2400 famiglie.

Con riferimento al Trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti pubblici che vanno in pensione, in attuazione del decreto legge sulla Quota 100 ed in modo particolare all’articolo 23 D.l. n.4 /2019, nonostante i ripetuti annunci agostani, televisivi e mediatici ed i continui proclami fuorvianti sull’operatività del provvedimento, presenti in internet, su siti più o meno collegati al governo, ad oggi, prima decade di ottobre 2020

CONSTATIAMO CHE:

1) dopo un anno e mezzo di attesa,l’ottenimento del proprio TFS/TFR (liquidazione) è ancora impossibile per ogni ex lavoratore del Pubblico Impiego.

2) Nulla è stato chiarito dal governo circa il perfezionamento del Fondo di Garanzia per gli istituti bancari,che sta provocando un ennesimo blocco nell’attuazione del provvedimento di legge e che, per tutti i pensionati con quota 100, si traduce in un grave danno economico ed in un forte disagio esistenziale.

3) Continua la ingiusta discriminazione verso i lavoratori del pubblico impiego rispetto a quanto avviene nel privato,si perpetua cosi una disparità di trattamento,con pesanti conseguenze ,per noi,per le nostre famiglie e per quei lavoratori che andranno in pensione dopo di noi in futuro! Chi è andato in pensione con quota 100 ha già dovuto metabolizzare l’idea di dover pagare un interesse alle banche, un obolo per l’anticipo di soldi già nostri! Ma nemmeno cosi otteniamo quanto ci spetta, non potremo, a nostra volta, sanare situazioni debitorie né sostenere spese mediche o famigliari.

Non siamo in condizioni di agiatezza e, nel difficile momento attuale, aggravato dal Covid, la situazione diventa per noi ancora più insostenibile!

Osserviamo inoltre come, tra le stringenti condizioni per poter ottenere il prestito sia presente un ulteriore ostacolo, ne vengono esclusi infatti quei richiedenti già segnalati negli Archivi della Centrale Rischi della Banca D’Italia, in relazione a debiti scaduti o sconfinanti! Non è questa una pesante contraddizione?

In quale Stato si deve attendere 6 anni per ottenere il proprio Tfs/Tfr?

Tacciono i ministri coinvolti nella legge per l’anticipo del TFS, dopo essersi presi il merito della realizzazione di un dispositivo di legge, che però continua ad essere rimandato nella sua esecutività!

Tace la ministra Dadone che ad agosto, e già prima, si intestava i meriti del provvedimento e tacciono gli altri ministeri coinvolti nell’operazione, dal MEF di Gualtieri al Ministero del Lavoro della ministra Catalfo.

Il pantano burocratico è diventato un tunnel senza fine: la mancanza di firme al testo di legge, il non perfezionamento del Fondo di Garanzia, l’assenza di banche nazionali aderenti all’Accordo Quadro sulla piattaforma online producono ritardi su ritardi da 18 mesi: quale interpretazione dare a questo stallo se non la precisa negazione di un diritto che non si vuole tradurre nei fatti? L’obiettivo non dichiarato pare proprio sia quello di ostacolare il più possibile un provvedimento di legge, nato già dal precedente governo 5 Stelle/Lega, poi continuato da questo attuale e che tutti avevano definito “URGENTE”: non fosse che la situazione è per noi dura a sopportarsi ci sarebbe da ridere, pensando all’enormità di tempo trascorso!.

CI SIAMO STUFATI di doverci sentire rassicurati di fronte a questa continua dilazione nel tempo per l’ottenimento del nostro diritto, lottiamo per noi ORA e per tutti i lavoratori del pubblico impiego che andranno in quiescenza dopo noi!

Per sollecitare l’ottenimento del nostro diritto, abbiamo perciò deciso di indire un sit-in, pacifico e nel rispetto delle norme sanitarie

MERCOLEDI 21 OTTOBRE 2020 DALLE ORE 11,30 DI FRONTE ALLA SEDE DEL GOVERNO PALAZZO CHIGI A ROMA

Siamo cittadini che, insieme ai propri doveri, sentono fortemente l’esigenza di difendere i propri diritti!

Chiediamo ospitalità agli organi di stampa ed alle redazioni di alcune trasmissioni televisive, a cui viene inviato questo testo per la diffusione. Lanciamo al contempo un appello per l’apertura di un dibattito sul continuo peggioramento delle pensioni pubbliche, come si evince dalla loro mancata rivalutazione, per la necessaria separazione tra spese per la previdenza ed assistenza nei bilanci Inps e contro lo svantaggioso ricalcolo contributivo delle pensioni pubbliche per i futuri pensionati.

ALCUNI FIRMATARI DELLE PETIZIONI:

Bacco Andrea, Padova; Luciano Leone, Novara; Daniela Piemontesi, Trieste; Claudio Coccia, Spoleto; Rodolfo Giannattasio, Busto Arsizio; Anna Lo Piccolo Palermo; Attilio Zuccarello Catania; Fontò Claudio Gallipoli; Erina Braghese Roma; Mina Guido Cuneo; Lucia Rubino Palermo; Maria Cristina Arena Catania; Mauro Esposito Genova; Rita Talarico Oleggio; Rosario Romeo Genova; Salvatore Cesarini Pesaro; Claudia Bazzani Ravenna; Luigi Insanguine Novara ; …..Seguono firme….