Varese: sequestro record di armi da esportare in scenari di guerra. Tra gli arrestati ex militante di estrema destra di Gallarate

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VARESE, 17 ottobre 2020-di GIANNI BERALDO-

«Quando ho visto tutte quelle armi, granate, munizioni, sequestrate e poste momentaneamente in due locali messi a disposizone dalla Questura di Varese, sono rimasto letteralmente impressionato».

Cosí Eugenio Spina, dirigente della direzione centrale Polizia per la prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale, presente questa mattina all’incontro con la stampa fornendo ulteriore dettagli su di una imponente operazione legata a traffico internazionale di armi, con protagonisti principali 4 persone di cui 3 residenti nel varesotto e una in provincia di Novara.

Stiamo parlando di un sequestro record di armi, granate, candelotti con altissima carica distruttiva, pistole, fucili mitragliatori; insomma un vero e proprio arsenale, un campionario vasto di armi (comprese mitragliette Uzi e fucili automatici Kalashnikov Ak-47) utilizzate prevalentemente in scenari di guerra, conservato principalmente nelle loro abitazioni, garage e cantine ubicate tra Somma Lombardo e Uboldo dove risiedono appunto 3 dei 4 arrestati.

Armi, munizioni e granate, pronte per essere esportate tramite spedizionieri di ”fiducia”, soprattutto in alcune aree “rosse”dove i conflitti sono all’ordine del giorno come Georgia, Pakistan o Iran. Traffico d’armi la cui  vendita era spesso tra estero-estero, con soldi che non transitavano nemmeno nel nostro Paese.

Il principale é Fabio Del Bergiolo (ex ispettore delle Dogane 61enne, residente a Gallarate con la madre), personaggio noto alle cronache sempre per la sua grande “passione” per le armi con precedenti di tutto rispetto confutati da denunce e arresti. Ultimo dei quali a luglio 2019 quando gli sequestrarono (anche questa volta) a casa sua un vero e proprio arsenale, che lo portó a scontare la condanna  in carcere a Busto Arsizio. 

Oreste Ariano dirigente Digos Varese

Ancora prima, di questa condanna, Del Bergiolo divenne ”famoso” per il tentativo di vendere a un reduce della guerra tra Ucraina e Russia un missile terra-aria e le razziera per Aermacchi MB-339. Tra i vari episodi di cronaca legata alle armi che lo vedono protagonista anche quello di essere stato fermato in un aeroporto statunitense al rientro in Italia, in quanto in possesso di parti di alcune pistole; essendo legale la vendita di armi negli Stati Uniti in quel caso non venne denunciato.

Dal carcere agli arresti domiciliari tramutatisi dallo scorso mese di settembre in obbligo di dimora, Del Bergiolo (con un passato da militante di estrema destra, presentandosi alle elezioni del 2001 per il Senato non Forza Nuova, ma da indipendente in qualità di fondatore del Mac -Movimento di azione confederata-che promuoveva la libera vendita delle armi) ha iniziato a tenere una fitta relazione internazionale con soggetti intenzionati ad acquistare armi da guerra, coinvolgendo in questo altri soggetti-tutti italiani- come appunto gli altri tre arrestati, oltre a persone con ruoli minori.

Munizioni da guerra

Sono durate circa 1 anno e mezzo di indagini -relativa all’operazione denominata ”War Machine”-condotte dalla Digos di Varese, coadiuvata dalla Polizia di Prevenzione/Ucigos e coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, lavoro faticoso che  ha permesso di arrivare a questo sequestro. Indagini difficili e piuttosto complesse con monitoraggio continuo sia fisicamente ( pedinamenti, appostamenti, ecc…) che tramite tabulati telefonici, ma pure inserimento di trojan nei computer e apparecchi Gps sulle auto degli indagati verificandone i vari spostamenti.

Eugenio Spina, dirigente della direzione centrale Polizia

Come quello segnalato dalla polizia svizzera di frontiera quando al Del Beggio fu sequestrata una pistola semiautomatica riposta nella borsetta della madre con lui in quel momento.

«Un’operazione importante, un sequestro di armi che poteva essere circoscritto  a fotografare una ”semplice” detenzione di armi da guerra pur con numeri imponenti, ha invece portato a trovare un attivitá professionale di approvigionamenti di armi in ambito internazionale e la capacitá di mettere in vendita queste armi estero su estero, cioé coinvolgendo paesi stranieri senza transito sul nostro territorio»», sottolinea il Sostituto Procuratore di Busto Arsizio Massimo De Filippo.

Tra le particolaritá di questa vicenda quella dei luoghi dove conservare armi, munizioni, mitragliatori, granate, candelotti con una enorme potenza (come confermato dagli artificeri della polizia che ne hanno innescato uno di prova) e molto altro ancora: ossia il tutto veniva suddiviso tra i locali a uso abitativo, cantine e garage, trasformando quei luoghi in vere e proprie pericolosissime polveriere.

Deposito d’armi della stessa entitá sequestrato pure nell’abitazione di uno degli arrestati in provincia di Novara.

«Sicuramente il piú importante sequestro di armi degli ultimi vent’anni, frutto di una grande lavoro e sacrificio messo in atto dalla Polizia di Stato», dice soddisfatto il Questore Giovanni Pepé.

Le indagini proseguiranno anche nelle prossime settimane per capire bene tutti i meccanismi di vendita arrmi a livello internazionale, escludendo a priori che parte delle armi potessero servire a compiere atti terroristici di natura politica.

direttore@varese7press.it