Lombardia decretata zona rossa: attesa per capire quali restrizioni per Varese. Fontana: “Uno schiaffo per tutta la nostra gente”

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VARESE, 4 novembre 2020- di ELENA MALNATI-

Se il picco di questa terribile pandemia deve ancora arrivare (almeno secondo quanto riferito da alcuni esperti), allora é meglio prendere dei provvedimenti urgenti nella aree piú critiche del Paese.

Tra queste sicuramente la Lombardia con le provincie di Milano, Varese e Monza-Brianza che ogni giorno riportanto numeri importanti di contagi e ricoveri.

Per questo il Governo ha deciso questa sera di applicare l’area Rossa a tutta la Lombardia, insieme ad altre regioni come Valle D’Aosta, Piemonte e Calabria (Puglia e Sicilia definite invece area Arancione).

Cosa prevede in questo caso il nuovo Dpcm che verrá messo in pratica a partire da venerdí 6 novembre fino al 3 dicembre?

Nelle zone rosse per uscire di casa e spostarsi solo per comprovate esigenze bisogna avere con sé l’autocertificazione.

Solo nelle zone rosse le scuole primarie fino alla classe quinta saranno in presenza, con gli alunni che dovranno indossare la mascherina anche in classe per tutte le ore di lezione. Lezioni a distanza per tutte le altre scuole.  Coprifuoco in tutta Italia dalle 22 alle 6.

«L’autocertificazione è collegata ai divieti. Nelle zone rosse quando si esce di casa va l’autocertificazione, così come tra Regioni e Comuni», ha spiegato il presidente del Consiglio in conferenza stampa da Palazzo Chigi.

A Varese quindi come nella altre cittá lombarde si potrebbero adottare sommariamente gli stessi criteri del precedente lockdown con qualche rara eccezione: ossia tutto chiuso e aperte solo attivitá strettamente necessarie.

Per averne certezza peró bisognerá attendere domani.

La decisione del Premier Conte non è piaciuta al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana «Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile. A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica. Richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, dunque – conclude Fontana – non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita».

redazione@varese7press.it