Ci scrivono a proposito di scuola e sicurezza ”A Varese serve un tavolo comune tra sindaco, presidi e trasporto pubblico”

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VARESE, 15 novembre 2020-Egregio direttore,

In tutta Italia o quasi, i nostri giovani Italiani, studenti delle secondarie superiori, stanno portando avanti una protesta civile per riconquistarsi un diritto di cui sono stati momentaneamente privati, vuoi per le ragioni oggettive della pandemia in atto, vuoi anche per una certa dose di incapacità o disinteresse della classe politica e di quella dirigente. Sto parlando del diritto alla scuola in presenza invece che a distanza.

La DAD. Sicuramente è più semplice e forse anche più efficace chiudere tutto, si controlla meglio. Sicuramente è più economico, dal giorno dopo, ridurre le corse del trasporto pubblico, bus e treni. È forse facile concentrarsi sui banchi a rotelle e sui protocolli che intervenire strutturalmente sulle reti informatiche e sulla configurazione dei plessi, diversi dei quali storici, ma ahimè molti anche vetusti.

In questi giorni il bravissimo Preside del Liceo Cairoli di Varese, prof. Salvatore Consolo, liceo che io stesso ho frequentato e attualmente è la scuola di mia figlia, ha chiesto al corpo docente mediante una circolare interna di estendere da 10 a 15 minuti l’intervallo tra un’ora e l’altra. Già, perché la DAD è uno strumento potentissimo, ma è anche molto faticoso e alienante.

Niente di paragonabile al clima dell’aula, dove i nostri ragazzi imparano e crescono, e si fanno interpreti di un’epoca unica della vita umana, l’età dell’adolescenza nel passaggio alla vita adulta.

Ora, se a Varese non mi risulta che al momento gli studenti siano scesi in piazza, ma sta un po’ nel nostro carattere, vediamo se da Varese può venire un contributo affinché la scuola possa riprendere in sicurezza dopo le vacanze natalizie, scienziati permettendo (purtroppo, è un’ipotesi di cui nessuno sta parlando al momento). La mia proposta è rivolta agli Amministratori locali, alla Regione e, perché no, al Ministro Azzolina e al Primo Ministro Conte, e in fondo è molto semplice e umile: invece di chiudere tutto in modo draconiano, si potrebbe pensare di differenziare gli orari di ingresso e di uscita, 8-13 e 8:30-13:30 ad esempio, e di alternare le settimane di calendario, una in presenza, quella dopo a distanza.

Il sindaco Galimberti nel suo studio (foto FB)

Se la matematica non è un’opinione, impegnandosi tutti a rispettare le consuete misure di sicurezza anti-COVID, le occasioni di incrocio e di assembramento, anche sui mezzi, si ridurrebbe al 25% (la metà degli studenti, una settimana sì una no).

Una decisione di questo tipo richiederebbe una cabina di regia a livello almeno comunale e, vista l’autonomia degli istituti scolastici, un tavolo comune di discussione tra i Presidi, oltre che un coinvolgimento dei concessionari dei trasporti pubblici locali, gli stessi che hanno lamentato di avere avuto poche informazioni dagli istituti a inizio anno scolastico. La proposta è applicabile, ovviamente anche alle scuole medie. Forza, sono fiducioso. Volere è potere.

Grazie dell’attenzione.

Un caro saluto a lei e ai lettori.

Mattia Colombo