Bossi (PCI): ” Gallarate e l’Ospedale Unico: le drammatiche conseguenze di una scelta sbagliata”

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GALLARATE, 20 novembre 2020-All’epoca (2016) tutti erano d’accordo sulla realizzazione di un ospedale unico tra Gallarate e Busto, lo avevano ribadito nel programma elettorale sia centrodestra che centrosinistra (ricordo che il programma elettorale del centrosinistra era condiviso anche da SeL).
Gallarate a Sinistra, (la sola formazione politica contraria che comprendeva PCI-PRC) denunciò fin da subito la pericolosità di smantellare due ospedali così ben collocati e facilmente raggiungibili, per costruirne uno con caratteristiche moderne, ma con posti letto in meno. Questo progetto cominciò con lo smantellamento di interi reparti, considerati “d’eccellenza”, sia da Gallarate che da Busto, mettendo in difficoltà operatori e pazienti. Nello specifico, Gallarate si vide chiudere due reparti rinomati per la
loro efficienza, Urologia e Otorino, mentre l’Oculistica, altra eccellenza, era già stata smantellata in precedenza, seguendo quello che appare, soprattutto a posteriori, un interesse meramente economico, più che pragmatico e funzionale alla copertura sanitaria del territorio.
Ad oggi, ciò che appare più assurdo è che siano stati eliminati interi reparti e contemporaneamente siano stati investiti soldi pubblici per ristrutturarne altri (precedentemente dismessi) con funzione temporanea e da abbandonare nuovamente con la costruzione dell’ospedale, piuttosto che investire sul mantenimento e il potenziamento di quanto già c’era e funzionava in maniera efficace.

Oltre a questo “schizofrenico” balletto delle strutture, si ricordano i disagi creati al personale sanitario spostato in modalità “pacco postale” e agli utenti dei due ospedali costretti a spostarsi da un plesso sanitario all’altro per esami e trattamenti che in un paese civile dovrebbero essere garantiti sulla base del criterio di prossimità ed efficacia diagnostica. Tra i risultati più lampanti di questi giochi di interessi, che tanto ricordano il risiko, quelli immediatamente percepibili sono stati: la drastica riduzione di posti letto, la limitazione del numero di sale operatorie, una netta diminuzione del personale sanitario e un inevitabile allungamento dei tempi d’attesa per tutte le prestazioni ospedaliere, di qualsiasi tipo.

La ciliegina sulla torta di una situazione che spesso aveva spinto i pazienti, già in passato, a rivolgersi a strutture private per abbreviare i tempi, tenendo conto anche dei ticket che, causa una privatizzazione massiccia di gran parte della nostra sanità a livello nazionale, hanno costi ormai quasi parificati alle prestazioni non pubbliche.
A questa situazione degna del teatro dell’assurdo, si è aggiunta la pandemia, certo
imprevedibile, ma che con mezzi adeguati, sarebbe sicuramente stata affrontata con minor
disagio per gli operatori sanitari, i medici, gli infermieri e, non ultimi, i cittadini.
Comunque la logica dice che prima costruisci il nuovo e poi smantelli il vecchio.
Ma in questa vicenda l’unica logica emersa è stata quella del profitto: smantellare il pubblico per favorire il privato e in questo periodo emergenziale sono uscite le contraddizioni.
Hanno lasciato che il degrado delle strutture ospedaliere fosse portato al limite, reparti ancora oggi occupati abusivamente e trasformati in dormitori, minacce agli operatori sanitari del pronto soccorso, uno stato di cose per giustificare e sostenere il progetto dell’ospedale unico?.
Oggi la pandemia ha fatto emergere contraddizioni e scelte scellerate fatte da più di trent’anni di malgoverno regionale.
Se il Sindaco Cassani nell’agosto 2017 … coglie l’occasione per ribadire «l’importanza della realizzazione di un nuovo ospedale» rimarcando come anche in questa parte del Varesotto ci sia la necessità «di avere un presidio all’avanguardia a causa delle attuali strutture che non sono più adeguate per le esigenze dei pazienti e del personale» le opposizioni di “centrosinistra” non sono da meno.

Si è, a questo punto, consapevoli che non esiste una opposizione a questo sfacelo della sanità pubblica, sia il centrodestra che “centrosinistra” si muovono con gli stessi obiettivi.
Prima erano per l’ospedale unico, adesso vista la mal parata sono contrari, sono proprio senza vergogna!
La sanità deve fare quello che serve, quando serve, senza speculazioni e senza risparmi, perché la salute venga prima dei profitti e dei bilanci, è necessario cambiare radicalmente direzione, dire basta a questo stato di cose.
È stato e sarà l’impegno politico del Partito Comunista Italiano: Riconquistiamo il diritto alla salute
Osvaldo Bossi
PCI Gallarate