VARESE, 2 dicembre 2020- Anche in Lombardia in questi giorni gli infermieri sono in agitazione, con flash mob davanti agli ospedali e alle prefetture, unendosi alla battaglia lanciata in tutta Italia dal sindacato Nursing Up.
«Chi credeva che con l’arrivo della tanto attesa indennità specifica, da parte del Ministero della Salute, la strenua battaglia degli infermieri italiani si sarebbe fermata si sbagliava davvero di grosso – ha dichiarato il presidente nazionale dell’organizzazione, Antonio De Palma -. Siamo pronti a scendere di nuovo nelle piazze e lo faremo da lunedì 30 novembre, nel massimo rispetto delle normative anti-Covid, in tutte le Regioni chiave che stanno vivendo il dramma di questa emergenza, quelle dove i colleghi lottano ogni giorno contro la morte». Si annunciano così “altre due settimane ‘roventi’, fino alla metà di dicembre”, durante le quali si realizzeranno una serie di iniziative a sostegno della lotta che gli infermieri italiani intendono proseguire fino al raggiungimento dei loro obiettivi.
«La situazione del personale negli ospedali sta veramente scoppiando – denuncia Angelo Macchia, responsabile di Nursing Up Lombardia – chiediamo che vengano con urgenza adeguati gli organici. In Italia mancano 100.000 infermieri. Molti vanno in pensione, tanti si ammalano di Covid e entrano in quarantena… e contiamo anche i nostri morti. Stimiamo che in Lombardia bisognerebbe assumerne almeno 5.000 infermieri».
E il territorio? Da più parti si invoca un rafforzamento dell’assistenza sul territorio, anche per alleggerire la pressione sugli ospedali. «Il medico di base e l’infermiere di famiglia devono lavorare in sinergia con il sistema sanitario, ma il piano nazionale di 9.500 infermieri di famiglia da assumere nasce già insufficiente: basta fare una semplice divisione e si scopre che un infermiere ogni 6300 abitanti è troppo solo. In ogni caso questo piano va attuato quanto prima, non va lasciato sulla carta».
La lettera ai prefetti
Ai prefetti verrà consegnata una lettera nella quale si chiede di rappresentare nei confronti del ministero della Salute e dell’intero Governo il malcontento della categoria. Un malcontento motivato dalla sostanziale mancanza di adeguate risposte alle reiterate richieste dei professionisti dell’area infermieristica e degli altri operatori sanitari dipendenti dalle Aziende Sanitarie.
Il 15 ottobre a migliaia hanno manifestato a Roma e il successivo 2 di novembre la categoria ha scioperato compatta per 24 ore; ma nonostante le agitazioni, da parte del Ministro della Salute è arrivato solo un timido segnale attraverso il riconoscimento di una indennità professionale che, tuttavia, non essendo sostenuta da adeguati finanziamenti, come si dichiara nella lettera, lascia gli infermieri “profondamente amareggiati e delusi”.
L’intento dei lavoratori, si precisa “è di evitare l’acuirsi della lotta sindacale in un periodo delicato come quello attuale, che ci vede impegnati 24 ore su 24 nelle attività di contrasto al Covid-19”. La richiesta che viene rivolta ai prefetti è pertanto quella di “intervenire sensibilizzando il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro della Salute, affinché gli stessi adottino finalmente i provvedimenti risolutivi di propria competenza, che sono necessari e opportuni per dare risposte favorevoli ai nostri desiderata”.
In mancanza di risposte, di concerto con i colleghi che operano nelle altre regioni, gli infermieri lombardi si preparano a proclamare altre 48 ore di sciopero nazionale.
Questo il calendario dei flash mob, con la consegna delle lettere ai prefetti:
Giovedì 3/12 al Prefetto di Como, con presidio dalla 10 alle 12 davanti alla Prefettura (via A. Volta 50).
Venerdì 4/12 al prefetto di Milano, con presidio dalla 10 alle 12 davanti alla Prefettura (corso Monforte 31).
Lunedì 7/12 al prefetto di Varese, con presidio dalla 10,30 alle 12,30 davanti alla Prefettura (piazzale Libertà 1).