Cartelle esattoriali da 443mila euro: la storia di una donna di Milano salvata dalla Legge 3/2012

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Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it 
MILANO, 4 dicembre 2020-Talvolta le buone azioni possono ritorcersi contro e tornare al benefattore anche sottoforma di cartella esattoriale. Questo è quanto è accaduto alla signora Giovanna, una donna di Milano, che ha scoperto improvvisamente di essere sommersa dai debiti. Un fulmine a ciel sereno del tutto inaspettato.
La donna aveva “prestato il nome” al marito, intestandosi 4 attività imprenditoriali che questo aveva avviato tra il 1999 e il 2011, 3 bar ed un negozio di prodotti da forno. Di fatto, quindi, era Giovanna a figurare come imprenditrice e, pertanto, a rispondere di quanto accadeva. Purtroppo, però, le cose non sono andate come avrebbero dovuto, l’uomo non ha effettuato i dovuti versamenti al fisco.
Le attività entrano in crisi e iniziarono i primi debiti, che portarono anche forti tensioni in casa, fino ad arrivare alla separazione della coppia nel 2014. L’anno successivo, però, la donna si vide recapitare una cartella esattoriale da 443mila euro, per questo decise di rivolgersi a Legge3.it, che da anni aiuta privati e imprese ad uscire da situazioni di sovraindebitamento.
Grazie agli esperti del team di Legge3.it, la signora Giovanna è riuscita a beneficiare degli strumenti normativi introdotti dalla Legge n. 3 del 2012, nota come Legge Salvasuicidi, che consente di stralciare parte della soma che si deve corrispondere, pagando il resto in rate sostenibili.
“Finalmente abbiamo ottenuto l’apertura della liquidazione dei suoi debiti, Giovanna pagherà solo 9.750 € in rate mensili per 5 anni, dopo le quali potrà ripartire libera. – Commenta Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it – In questo caso particolare, molto ha pesato la lungimiranza del Giudice del Tribunale di Milano, che ha permesso alla donna di ricevere i benefici della legge nonostante non avesse beni mobili ed immobili da mettere a disposizione, ma attuando una liquidazione del patrimonio, conteggiando solamente quanto “eccedeva” dal suo stipendio.”