VARESE, 10 dicembre 2020– di GIANNI BERALDO-
L’annus horribilis 2020 ha colpito ancora portandoci via un altro grande campione dello sport: è morto a 64 anni Paolo Rossi, l’ex calciatore campione del mondo con l’Italia nel 1982. Ne ha dato notizia nella notte la moglie Federica Cappelletti, sul suo profilo Instagram.
Uno degli eroi di quella mitica squadra allenata da Enzo Bearzot, personaggio altrettanto mitico e carismatico in grado nel gestire e ricompattare un gruppo contestato dai tifosi fin dalla partenza per l’avventura spagnola.
Gli stessi che poi hanno invaso le strade italiche insieme a milioni di altre persone (noi compresi ovviamente) paralizzando felicemente l’intero Paese, letteralmente impazzito per la grande impresa degli Azzurri.
Il 1982 è un anno scolpito nella memoria sportiva, sociale e culturale dell”Italia.
Stesso anno in cui Pablito vinse il Pallone d’oro.
Con la Juventus di Giovanni Trapattoni negli anni ’80 ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e la Coppa dei campioni nel 1985.
Ma Paolo Rossi era molto altro.
Soprattutto era una brava persona. Per noi era l’eterno ragazzo sempre sorridente, anche nelle ultime settimane di vita prima che un tumore lo portasse via per sempre.
E “Per sempre”, ma ovviamente con tutt’altro significato pregno di grande amore, ha scritto la Cappelletti pubblicando sul social network una foto di lei col marito.
Con Paolo Rossi se ne va uno degli ultimi eroi popolari in grado di accomunare intere generazioni superando ogni barriera sportiva, di ceto, di politica e di razza.
Insomma un vero miracolo oggi impossibile da realizzare.
Ma da ricordare “per sempre” quello sì.