VARESE, 20 febbraio 2021- di GIANNI BERALDO-
«Noi vogliamo che la Sanitá lombarda -ma non solo- resti pubblica e che non vengano piú messe in atto certe queste logiche privatistiche. Questo significa che negli anni sono stati erogati solo una parte di fondi al settore pubblico lasciando riversando a quello privato la fetta maggiore».
Questa la sintesi con cui Cosimo Cerardi, segretario provinciale del PCI (tra gli organizzatori del presidio organizzato questa mattina in Piazza Montegrappa a Varese), focalizza l’attenzione su quelle pseudo riforme sanitarie che la Regione Lombardia ha messo in atto negli ultimi tre decenni, dapprima con il Governatore Roberto Formigoni proseguendo con il successore Roberto Maroni fino all’attuale Presidente della Regione Attilio Fontana.
Una revisione totale della Sanitá lombarda che di fatto ha sempre piú penalizzato il pubblico per il privato (accreditamento) con risultati spesso catastrofici.
Scenario ancor evidenziato in tutta la sua drammaticitá soprattutto in questo eccezionale anno pandemico con i vari presïdi ospedalieri in molti casi al collasso. Situazione dovuta principalmente alla mancanza di coordinamento tra le strutture di medicina territoriale e gli stessi presidi ospedalieri, con personale sanitario stremato nell’affrontare centinaia di ricoveri per Covid 19, dovendosi sobbarcare doppi turni per sopperire alle varie carenze di organico.
Per non dire delle nefaste conseguenze a livello di contagi e strascichi a livello psicologico di medici e infermieri.
Aldilá dell’inattesa emergenza e il fatto di far fronte ad un nemico fino a un anno fa decisamente sconosciuto qual’era il virus Covid 19 (a tal proposito molto bella la testimonianza riportata dal nostro giornale di una dottoressa, una pneumologa, impegnata all’ospedale di Circolo), rimane il cronico problema della pessima gestione della Sanitá lombarda da parte di chi invece in Regione sarebbe preposto a fare funzionare a pieno regime una macchina organizzativa che risulta essere la prima voce di spese nel Bilancio (come in tutte le altre Regioni d’altronde), con decine di milioni da erogare a tutte le strutture sanitarie che ne hanno il diritto, molte delle quali del comparto privatistico.
Questi i temi portanti dell’odierno presidio organizzato dal Coordinamento per il Diritto alla Salute di Varese al quale aderiscono molte forze politiche della cosidetta sinistra alternativa come il PCI e Rifondazione Comunista ad esempio.
‘La Salute é un bene comune tutelato dalla Costituzione. La Salute non é una merce, la sanitá non é un’azienda”, questo il leit motiv della manifestazione riportato pure nei vari volantini distribuiti ai passanti dai partecipanti al presidio iniziato alle 10 e conclusosi verso le 12.
Rappresentanti del coordinamento i quali alle 11 hanno imbracciato un megafono spiegando agli astanti i motivi per i quali hanno deciso di portare in piazza quei problemi comuni riguardo la Sanitá che nessun cittadino puó esentarsi dal farli propri.
Dettami importanti come ad esempio la prevenzione primaria, sicurezza nei luoghi di lavoro, salubritá degli ambienti di vita a partire da quelli scolastici, tutela dell’ambiente, sono i principali tasselli sui quali ricomporre il mosaico della Sanitá pubblica che in questo momento assomiglia molto piú ad un puzzle dove mancano i pezzi principali.
Insomma in tal senso vi é molto lavoro da fare, anche politicamente.
Ma bisogna agire in fretta anche al cospetto di un virus che non perdona e contro il quale bisogna vaccinare il maggior numero di persone nel minore tempo possibile.
Anche in questo caso la sanità regionale si è trovata impreparata, senza un piano preciso che potesse di fatto coinvolgere figure sanitarie fondamentali che operano sul territorio, in funzione di una sanità pubblica che potrebbe essere molto più importante e considerata, invece che essere bistrattata da interessi privati.