VARESE, 22 febbraio 2021- Anche a Varese si stanno avvicinando le elezioni amministrative che dovrebbero tenersi in tarda primavera o, in caso di rinvio a causa della pandemia, verso l’inizio dell’autunno.
Il Sindaco uscente Galimberti e la coalizione di centrosinistra che lo sostiene hanno già cominciato la campagna elettorale aprendo contemporaneamente cantieri in ogni angolo, senza preoccuparsi troppo dei grandi disagi arrecati ai cittadini pur di mostrare il loro attivismo e, soprattutto, senza pianificare con una visione d’insieme di medio-lungo periodo. Il problema, infatti, sul quale ogni varesino dovrebbe riflettere non è la quantità delle opere pubbliche messe in cantiere ma, piuttosto, la qualità, ossia la loro capacità di migliorare la vivibilità, l’attrattività e la fruibilità della nostra amata Varese.
In ambito edile, ad esempio, una volta iniziato il cantiere in piazzale Kennedy si è dovuto
ragionare su dove spostare il mercato, considerando anche la forte riduzione degli spazi dovuta alla costruzione di un centro anziani di cui si fatica a capire la reale necessità; prima del trasferimento, si è dovuto aprire il cantiere anche in piazza Repubblica ponendosi al contempo il problema di come gestire la struttura del teatro tenda. In definitiva, a causa della mancanza di una prospettiva organica, dopo due anni dall’avvio ci troviamo con due cantieri in corso, tre traslochi su cui si ragiona ormai da tempo e una situazione di stallo incrociato che blocca i due principali spazi della città.
Questo è solo un esempio, in generale comunque il mio giudizio in merito alla qualità dei progetti portati avanti da questa Amministrazione è negativo, anche su altri temi quali la cultura, lo sport o i servizi educativi, come ho già avuto modo di esprimere nelle sedi istituzionali e sulla stampa locale.
Il centrodestra, dal canto suo, al momento sembra sornione, con qualche sussulto volto a “smontare” le immagini trionfalistiche lanciate dal sindaco Galimberti in maniera molto efficace: almeno su questo si stanno vedendo i risultati dei quasi 100mila euro spesi ogni anno da Palazzo Estense in consulenze per la comunicazione. Ritengo che la priorità a cui è chiamata oggi la coalizione sfidante sia di proporre la sua visione della città per i prossimi anni, elemento che è clamorosamente mancato alla Giunta di centrosinistra. Non basta aprire qualche cantiere qua e là, o cercare di chiudere le opere iniziate dalle precedenti amministrazioni, per rilanciare Varese.
Quale vocazione ci immaginiamo per il futuro del nostro capoluogo? Non si può rimanere indifferenti ai negozi sfitti che aumentano, anche in centro, all’età media della popolazione che si innalza, mentre diminuisce la ricchezza prodotta nel nostro territorio. Non ho la presunzione di avere una risposta in tasca alla grande e decisiva domanda che ho posto poc’anzi, ma quantomeno ho l’onestà intellettuale di pormela, mentre per la maggioranza guidata da Galimberti a Varese è tutto rosa e fiori, almeno da quattro anni a questa parte.
È necessario, per il bene della città, che ci sia una proposta alternativa esito di un confronto e basata sull’osservazione della realtà, che cerchi di rispondere all’interrogativo sulla vocazione del nostro territorio con una visione di medio-lungo periodo, altrimenti si continueranno a proporre politiche “spot” per accontentare qualcuno o auto-celebrarsi, senza riuscire a garantire ai varesini un futuro degno di ciò che è stata e potrebbe essere la nostra città.
Chi si impegna oggi in politica, me compreso, ha il dovere di provare a rispondere con una visione e degli strumenti adeguati alla domanda sulla vocazione futura di Varese, ma per farlo bisogna anzitutto porsi la domanda e non affrontarla in maniera ideologica o solo in chiave elettorale. C’è in gioco il futuro della nostra città, chi ce l’ha a cuore si rimbocchi le maniche e si metta al lavoro!