Il ‘Libro Nero’ della Sanità Lombarda: un’inchiesta del PCI regionale ripercorre quasi mezzo secolo di scandali giudiziari

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Roberto Formigoni all'epoca Presidente della Regione Lombardia

VARESE, 1 marzo 2021-Una delle pagine più significative di questo ‘libro nero’ della Sanità lombarda viene scritta nel lontano 1993, quando nell’occhio del ciclone di Tangentopoli finisce Duilio Poggiolini, presidente della Commissione per i farmaci dell’allora Comunità economica europea, iscritto alla loggia massonica P2.

Poggiolini, secondo il pool di ‘Mani Pulite’, guidato da Antonio Di Pietro, avrebbe ricevuto tangenti dalle case farmaceutiche per inserire nei prontuari determinati prodotti con prezzi gonfiati. Quattro anni dopo, nel 1997, vengono messe le manette anche ai polsi di Giuseppe Poggi Longostrevi, medico e proprietario di una rete di cliniche private nel Milanese, grazie alle quali guadagnò illecitamente 60 miliardi di lire in rimborsi regionali. Nello stesso scandalo, inoltre, rimane coinvolto anche Giancarlo Abelli, già collaboratore di Roberto Formigoni, processato per false fatture, ma assolto dall’accusa di frode fiscale.

Lo scandalo ‘Santa Rita’

Dieci anni dopo, nel 2007, è la volta della ‘clinica degli orrori’ Santa Rita, dove, secondo la

Roberto Maroni

Guardia di Finanza di Milano, vennero effettuate operazioni chirurgiche non necessarie, solo per incassare i rimborsi regionali. Per questa vicenda il primario di chirurgia toracica Pier Paolo Brega Massone viene condannato, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte, alla pena dell’ergastolo, prima della definitiva assoluzione in Cassazione.

L’era Formigoni

In piena epoca formigoniana, passando per il crac della Fondazione San Raffaele di don Luigi Maria Verzè del 2011, si arriva a una delle pagine di storia più buie del sistema sanitario regionale: lo scandalo dei fondi neri alla clinica Maugeri. Tramite un sistema di finte consulenze e di appalti fittizi, infatti, il “faccendiere amico dei politici”, Pierangelo Daccò, intascò dagli inizi del 2000 circa 70 milioni di euro dal Pirellone, con la complicità dell’ex governatore Roberto Formigoni, condannato a 6 anni in primo grado per corruzione.

Formigoni e il Projet Finance; a partire dagli inizi degli anni Novanta si è assistito, nel panorama internazionale, e soprattutto in Lombardia al ricorso sempre più frequente, allo strumento della finanza di progetto (o project finance) e, più in generale, a forme di collaborazione pubblico-privato (nella terminologia anglosassone, Public-Private Partnership, Ppp), quali soluzioni alternative alla realizzazione, al finanziamento ed alla gestione di interventi di edilizia ospedaliera., il primo ospedale è il Civile di Brescia, con l’evento di Maroni anche l’ospedale di Legnano in Projet finance, solo per nominarne 2 tra i più importanti.

Ma nei suoi 15 anni di potere Formigoni fa il più bel regalo ai privati, in giunta lombarda fa approvare la costruzione della Città della salute in zona fiera a Rho, chiudendo i due IRCCS TUMORI e IRCCS BESTA, SITI IN Milano spostandoli nella zona fiera, ma il luogo dove dovevano partire i lavori, si è fermato subito, in quanto la Magistratura intervenne per le cause note a tutti. Il progetto passa all’interno delle ex La cittadella della salute sull’ex area industriale Falck. L’impatto è forte, perché sul milione e mezzo di metri quadri di questo terreno, già popolato da un pugno di fabbriche pesanti che hanno fatto la storia industriale

Il presidente  Attilio Fontana

del paese, stanno arrivando l’Istituto dei Tumori, punto di riferimento internazionale, l’Istituto neurologico Besta e ora l’ospedale San Raffaele 2, che porterà qui la sua struttura di ricerca e le attività di Villa Turro. “ è fare in modo che la ricerca diventi sviluppo economico. Perché con la presenza di tre IRRCS – parlo del Besta, dell’Istituto nazionale dei Tumori, del San Raffaele del gruppo Rotelli) – in aggiunta al polo dell’università Statale (al San Raffaele) e all’università Bicocca che opera in un’area contigua, daremo vita ad un potente hub scientifico tecnologico. “queste sono le parole di conversazione, telefonica tra Formigoni e Rutelli” il costo di allora era di 520 milioni, lo stesso prezzo della vendita del San Raffaele a Rutelli, bastava non venderlo e nell’area del San Raffaele si poteva fare la città della salute con due grandi traguardi il San Raffaele pubblico e si risparmiavano 520 milioni.

I guai giudiziari dell’epoca Maroni

Anche con il cambio della giunta regionale, però, le cose non sembrano andare meglio: nell’ottobre del 2015 finisce infatti in manette l’assessore alla Salute Mario Mantovani, nonché vice governatore e braccio destro di Maroni, accusato di aver truccato una gara sul trasporto dei dializzati. Ma non finisce qui: nel febbraio del 2016 viene arrestato anche l’ex senatore e consigliere regionale leghista Fabio Rizzi, coinvolto nell’operazione ‘Smile’ per presunte tangenti sugli appalti odontoiatrici, insieme all’ormai celebre ‘Lady Dentiera’, l’imprenditrice monzese Paola Canegrati, zarina delle protesi dentarie al centro di tutta l’inchiesta. Il cerchio della corruzione nella Sanità lombarda si chiude infine nel settembre del 2017; 21 medici delle strutture ospedaliere di Monza vengono indagati per aver impiantato nei loro pazienti protesi di bassa qualità in cambio di cospicue mazzette.

Ecco, poi, dove siamo giunti…Nel 1980 i posti per casi acuti erano 922 ogni 100.000 abitanti, oggi sono 275 con conseguente drastica diminuzione (taglio) degli operatori sanitari.

Gianfranco Bignamini – Responsabile Sanità PCI Lombardia.