Tumore al seno: un nuovo studio dell’Università dell’Insubria firmato da Francesca Rovera

0
1406
La dottoressa Rovera con Adele Patrini

VARESE, 14 marzo 2021-Un grande impegno dalla parte delle donne. Francesca Rovera, professoressa ordinaria, direttrice del Centro di ricerche in Senologia dell’Università dell’Insubria e responsabile della Breast Unit Asst dei Sette Laghi di Varese, ai primi posti in Lombardia per casi trattati, opera e studia costantemente per combattere il tumore alla mammella. Il suo ultimo articolo scientifico, sostenuto da Associazione Caos, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale «Cancers» ed è dedicato al Carcinoma duttale in situ (Cdis), che rappresenta oggi circa il 20-25% della patologia tumorale della mammella.

Il Cdis si sviluppa all’interno dei dotti mammari e non supera la membrana basale. È un precursore non obbligato dei carcinomi duttali infiltranti della mammella (Cdi) e la sua progressione a carcinoma infiltrante si osserva in una percentuale compresa tra il 13% e il 50%.

Il Centro di ricerche in Senologia dell’Università dell’Insubria ha lo scopo di promuovere l’approfondimento scientifico e allo stesso tempo di favorire Audit interni alla Breast Unit, così da valutare lo standard di cura offerto alle pazienti affette da neoplasia mammaria confrontando i dati con quelli presenti nella letteratura nazionale e internazionale.

Ricerca e cura procedono insieme, come spiega Francesca Rovera: «Rigore scientifico, umanizzazione e personalizzazione delle cure stanno alla base del lavoro quotidianamente intrapreso dal team senologico di Varese che vede la stretta collaborazione tra il Centro ricerche in Senologia dell’Insubria e la Breast Unit della Asst Settelaghi».

Alleata preziosa di questa mission è l’associazione Caos (Centro ascolto operate al seno), da anni attiva sul territorio a sostegno dell’alta formazione e della cura. «Il nostro compito – dice la presidente Adele Patrini – è quello di portare nella Breast Unit una voce che ha un potere terapeutico. Le pazienti sono seguite da un team di cui fanno parte l’oncologo, il radiologo, il senologo, il radioterapista, lo psicologo e tanti altri professionisti, tra cui anche il volontario, come previsto nei protocolli di Regione Lombardia: il volontario è la variante psicosociale della squadra, in quanto condivide l’esperienza della malattia».

«Il controllo di diagnosi e terapia del Dcis – si legge nell’articolo su Cancers – rappresenta ancora una sfida, in quanto richiederebbe un accurato programma strutturato e condiviso da un team multidisciplinare. Questo delicato processo gestionale deve essere attuato in centri specializzati come la Breast Unit, che si occupa delle pazienti e le accompagna in questo viaggio. Come abbiamo visto nelle 270 pazienti trattate consecutivamente dal Ssd Breast Unit Asst dei Sette Laghi, il Dcis ha registrato una buona prognosi ed è stato riportato che alcuni casi della malattia non sono progrediti in un cancro invasivo, anche senza trattamento».

Al seguente link l’articolo completo «Pure ductal Carcinoma in situ of the breast: analysis of 270 consecutive patients treated in a 9-year period» su «Cancers» (Impact Factor in 2020: 6.126):

10.3390/cancers13030431