VARESE, 28 marzo 2021-«In Italia si parla sempre di quando si potrà concludere questa prima fase della vaccinazione, ma non di quella autunnale».
Parole di buon senso ma non propriamente rassicuranti in merito alla evoluzione del Covid-19, rilasciate all’Ansa dal fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) tra i maggiori esperti di pandemie.
«se da qui a dicembre dovessero comparire nuove varianti e i vaccini attuali non dovessero essere efficaci, non si può escludere lo scenario in cui potrebbe essere necessario rivaccinare tutta la popolazione». Il governo britannico ha cominciato a prepararsi, mentre
in Italia non vedo segnali analoghi in questa direzione», aggiunge Parisi che sottolinea come prepararsi in tempo è fondamentale, anche considerando che i vaccini basati sull’Rna messaggero, come Pfizer e Moderna, possono essere modificati più facilmente per essere adattati alle nuove varianti. Ma proprio per questo, rileva, «i contratti vanno fatti in anticipo».
Fare i conti è semplice, considerando che «sono necessari circa quattro mesi per mettere su una linea di produzione di un vaccino e oltre due mesi prima che il vaccino sia disponibile: adesso siamo a marzo e fra sei mesi saremo in autunno”. L’ipotesi più realistica è perciò «fare adesso una richiesta di 40 milioni di dosi, riservandosi di decidere in settembre su eventuali modifiche calibrate per combattere le varianti».