Prima il futuro, prima i giovani: proposte per non fare pagare il Recovery plan alle future generazioni

0
1153

MILANO, 13 aprile 2021 – Vincolare ogni investimento pubblico a una pre-valutazione che ne determini l’impatto sulle future generazioni. Inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza uno specifico pilastro dedicato alle politiche per i giovani. Riformare la Costituzione introducendo il principio di solidarietà verso chi verrà dopo di noi.

In poche parole, mettere i giovani al centro dello sviluppo futuro del Paese.

È un obiettivo tanto ambizioso quanto improcrastinabile quello che si pongono i promotori del Manifesto Prima il Futuro, Prima i Giovani. Un documento di sette pagine, pragmatico e ricco di contenuti, redatto da Rete ITER, Laboratorio Adolescenza, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Fondazione Riusiamo l’Italia, South Working – Lavorare dal Sud, Informatici Senza Frontiere e dalla rivista Giovani e Comunità Locale.

Nessun libro dei sogni, ma un elenco puntuale di proposte di legge e riforme strutturali, 22 in tutto, necessarie a garantire la sostenibilità degli investimenti pubblici dei prossimi anni e a sviluppare quella visione lungimirante, indispensabile per rilanciare il Paese dopo la pandemia da Covid-19.

Occhi puntati, in particolare, sul Recovery Plan, con i firmatari del Manifesto che mettono nero su bianco 12 proposte puntuali, da finanziare, complessivamente, con 16.8 miliardi di euro da qui al 2026.

“Poiché gran parte delle risorse stanziate con il Recovery – spiegano i promotori – costituisce un debito per le future generazioni, chiediamo che sia inserito nel PNRR uno specifico pilastro dedicato alle politiche per gli adolescenti e i giovani, con riforme e interventi che abbiano un diretto impatto positivo per adolescenti e giovani”.

Tra queste l’adozione di un piano per lo scambio inter-regionale dei giovani in tutte le zone d’Italia e che abbia come obiettivo quello di rinsaldare un tessuto sociale lacerato dalla pandemia. Ma anche l’incremento di 60 milioni di euro l’anno del Fondo unico per il welfare dello studente e il diritto allo studio, l’avvio di un programma di nuovi insediamenti nelle aree a rischio spopolamento, con l’incentivo al lavoro agile e l’adozione di un piano nazionale per il riuso degli spazi pubblici e privati abbandonati, vuoti e sottoutilizzati, finalizzato allo sviluppo di iniziative di carattere sociale, culturale, educativo, imprenditoriale giovanile.

Proposte dettagliate garantite da una cornice costituzionale che dovrà vedere l’introduzione di un nuovo principio fondamentale: il dovere di solidarietà verso le future generazioni, quale criterio che garantisca la coesione sociale, in modo che la sicurezza e il benessere attuali non vadano a intaccare le opportunità di benessere delle giovani generazioni e delle persone che nasceranno.

“Con questo Manifesto – concludono i promotori – non ci assumiamo alcuna rappresentanza dei giovani. Ma con le future generazioni deve essere costruito un nuovo patto sociale e intergenerazionale, un intervento di riequilibrio delle risorse e di contrasto a tutte le forme di povertà economica, educativa, relazionale al fine di consentire l’esercizio della corresponsabilità dei giovani e la tenuta del sistema sociale”.