VARESE, 18 maggio 2021-Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari ed un decreto di sequestro di beni per 460 mila euro nei confronti di un imprenditore varesino che, approfittando dello stato emergenziale causato dal COVID 19, ha sia truffato la società ARIA SpA che frodato ALER Milano.
Il destinatario dei provvedimenti emessi dal Tribunale di Varese, risponde, unitamente ad altri soggetti indagati a piede libero, dei reati di truffa aggravata in danno di ente pubblico, frode in pubbliche forniture ed autoriciclaggio.
A far scattare le indagini è stata una segnalazione per operazione sospetta ai fini della normativa anti riciclaggio nella quale venivano evidenziate presunte condotte illecite poste in essere da un imprenditore varesino nell’ambito di transazioni commerciali connesse alla vendita di dispositivi di protezione individuale da COVID 19.
Le investigazioni eseguite dai militari del Nucleo PEF sotto la direzione della Procura della Repubblica di Varese, hanno fatto emergere le condotte truffaldine che l’arrestato, nel pieno dell’emergenza sanitaria, ha posto in essere nei confronti della centrale acquisti della Regione Lombardia.
L’indagato, infatti, nel pieno dell’emergenza sanitaria di marzo/aprile 2020, millantando la disponibilità di un carico di 200 mila mascherine mod. FFP3 provenienti dalla Cina, ha proposto la fornitura di tale merce, per il tramite della centrale di acquisti ARIA, alla Regione Lombardia ottenendone il pagamento anticipato per importo pari a 429.000 euro.
Gli approfondimenti investigativi, le indagini tecniche e gli accertamenti bancari hanno invece dimostrato che l’imprenditore non ha mai avuto la disponibilità di tale materiale.
In una seconda circostanza, grazie all’illecita intermediazione di un dipendente di ALER, l’arrestato ha frodato l’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale (in sigla ALER) di Milano fornendo mascherine tipo FFP2, oggetto di appalto, che sono risultate prive della certificazione e della prescritta marchiatura CE.
Al termine delle indagini si è proceduto al sequestro preventivo – anche per equivalente, della somma oggetto della truffa e della frode in pubbliche forniture- per complessivi 460 mila euro.