GALLARATE, 27 maggio 2021-La vicenda di ACCAM sembra non riguardare Gallarate. Come se l’inceneritore fosse in Brasile, come se noi non patissimo i cambiamenti climatici, come se anche Gallarate non fosse socia della società e quindi responsabile delle decisioni assunte.
I forni di ACCAM dovevano spegnersi entro il 2017.
Le motivazioni di allora per lo spegnimento sono le stesse di oggi: l’inceneritore è particolarmente vetusto ed inefficiente, in Lombardia ci sono più inceneritori che rifiuti da incenerire (tanto che la stessa Regione nel 2013 aveva pianificato la chiusura di ACCAM), si è ormai consolidata la consapevolezza della necessità di proteggere l’ambiente, tanto più in una zona dove i livelli di inquinamento dell’aria superano spesso i limiti massimi stabiliti.
Al suo posto sarebbe dovuta nascere la fabbrica dei materiali, un’attività di recupero a freddo non inquinante, che avrebbe alzato il livello della differenziata, avrebbe permesso di mantenere i posti di lavoro, avrebbe mantenuto il controllo pubblico in un settore, quello
dei rifiuti, spesso al centro di indagini.
Poi, con l’attuale amministrazione di Gallarate, si è posticipata la chiusura al 2021. Allora, il sindaco Cassani rassicurava che la data era certa, che non era uno stratagemma per tenere in vita un inceneritore.
Come volevasi dimostrare.
Quindi si è di nuovo posticipato al 2027. Ora non si parla più neppure
di una data di chiusura. Nel frattempo si è dato vita una New Company che dovrà gestire
l’inceneritore. Di pochi giorni fa la notizia che anche CAP Holding ha autorizzato la partecipazione con AMGA e AGESP.
In coerenza con la passata dirigenza, sostituita a seguito delle indagini della Magistratura “Mensa dei poveri”, si procede senza trasparenza, benché la normativa preveda in caso di nascita di nuova società una consultazione pubblica che permetta di presentare osservazioni.
Non possiamo fare finta che quelle decisioni non ci riguardino. Il sindaco non può fare finta che quelle decisioni non lo riguardino e non riguardino i cittadini della propria città.
Chiediamo perciò all’amministrazione cittadina che anche a Gallarate si apra un dibattito pubblico, che permetta ai cittadini di conoscere quanto sta avvenendo, di potere prendere visione e analizzare la documentazione ed eventualmente presentare proprie osservazioni.
OFFICINA DI CURA URBANA