La polemica: “A Casale Litta si vuole costruire un parco giochi vicino a una riserva naturale”

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CASALE LITTA, 19 luglio 2021-Il cambiamento climatico è un problema molto attuale, ed i recenti eventi di questi giorni, sia in Italia che all’estero, lo stanno dimostrando

E proprio in questi giorni, a cura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è stato presentato l’annuale rapporto, che ha confermato un aumento del consumo del suolo.

A Casale Litta, nonostante essere inseriti in un contesto immerso nel verde e con la contigua presenza della riserva naturale “Palude Brabbia”, si vuole, tuttavia, realizzare un parco giochi da oltre 100mila euro in località Cantonaccio, in Via F.lli Cervi.

E cioè in area pressochè periferica dai principali centri abitati.

Idea che forse andrebbe bene e sarebbe più adeguata (al di là del costo), per delle aree fortemente urbanizzate, non certo per un territorio come il nostro.

E difatti alcuni Comuni limitrofi hanno già ben valorizzato alcuni sentieri e piste, senza arrivare a scelte che paiono fuori contesto e fuori luogo.

In aggiunta, esiste già un’area parco in frazione Villadosia, all’interno del centro abitato (Via Gramsci), e soprattutto esiste un parco comunale in Casale Litta, che tuttavia è sempre chiuso e non è fruibile da nessun cittadino.

Parco realizzato, unitamente ad un parcheggio, in riguardo ad una convenzione urbanistica (stipulata il 2 luglio 2002; aree trasferite con sentenza TAR Milano n. 34 dell’8 gennaio 2019), lasciata scadere (come dimostrano gli atti, in particolare una comunicazione del 22 aprile 2011), con tutte le conseguenze (negative) per l’interesse pubblico sotteso e le opere che andavano realizzate.

Aree di cui la nostra Amministrazione non pare curarsi come dovrebbe e che (cosa più discutibile) non rende utilizzabile ai cittadini, senza un plausibile e giustificato motivo.

Ma, allora, perchè stipulare una convenzione del genere?

Giova qui ricordare che il “disboscamento” (o “trasformazione del bosco”) indica l’eliminazione del bosco per far posto a case, strade, piste da sci o campi coltivati; il “taglio del bosco” indica, invece, l’abbattimento di un certo numero di alberi per ricavare, dalla foresta, il legname indispensabile per la nostra economia o per eliminare le piante malate, pericolose o secche (Codice sul Paesaggio (D. Lgs n. 42/2004), Legge sull’orientamento forestale dello Stato (D. Lgs n. 227/2001) e Testo Unico regionale sull’agricoltura e le foreste (legge regionale n. 31/2008) nel primo caso; Regolamento regionale n. 5/2007 nel secondo).

Forse le nostre preoccupazioni paiono fondate, visto che chi non ha nulla da nascondere non dovrebbe avere nulla da temere, tanto più perché, come già occorso in passato, non vorremmo poi trovarci, un giorno, con qualcosa di ben diverso.

La convenzione del 2002, e tutti gli accadimenti connessi, provano ancora oggi che l’attenzione deve essere sempre massima.

Si dovrebbe andare un po’ oltre alle borracce distribuite agli studenti.

E, buona cosa evidenziare per fugare ogni dubbio al riguardo, è che i soggetti preposti del 2002 sono gli stessi di oggi.

Nonostante la natura abbia già fatto capire, fino ad oggi, molte cose e, purtroppo, anche in maniera drammatica.

Anche le interrogazioni paiono oggi un problema; in particolare l’ultima presentata, cui la nostra Maggioranza, nella persona del Sindaco, non ha voluto rispondere, e dove c’è stato addirittura un parere contrario del Segretario comunale, il quale ha una funzione ben definita e dovrebbe rappresentare l’(intera) Amministrazione, in primo luogo secondo i criteri dettati dalla Carta costituzionale.

Non ci risulta esserci stato un parere contrario, quando nel 2016 si è receduto, in assenza di giustificato motivo, dalla convenzione di segreteria associata, con Segretario comunale a tempo pieno per oltre due anni (immaginate i costi per un Comune di circa 2.700 abitanti).

Pensavamo, altresì, di essere stati democraticamente eletti dai cittadini e di rappresentarli, ma forse ci stiamo sbagliando.

Dovremmo forse far finta di niente?

Ricordiamo che, analogamente ad un Sindaco per una vicenda ancora molto attuale alle cronache, è un dovere segnalare quei fatti che si ritengono gravi o pregiudizievoli per l’interesse pubblico, in particolare per come vediamo trattare, talvolta con superficialità, alcune vicende ed il nostro territorio

Avv.  Nicola Turato consigliere comunale di “Uniti per cambiare”