MILANO, 12 ottobre 2021 – SPI-FNP-UILP hanno raccolto negli ultimi 6 mesi oltre 27 mila firme (di cui oltre 23 mila già consegnate in Regione Lombardia nel mese di giugno) su una proposta di riforma delle RSA articolata in 8 punti che accendono i riflettori sulla necessità di rivedere gli standard assistenziali ed organizzativi, oggi ulteriormente compromessi dalla pesante carenza di personale sanitario e di impedire i forti aumenti delle rette a carico delle famiglie a cui già purtroppo abbiamo assistito nell’ultimo anno.
Lo scopo della raccolta firme è quello di favorire l’apertura di un confronto il più ampio possibile sulle RSA, sulle criticità che si sono manifestate in particolar modo in questi ultimi 2 anni, ma soprattutto su come rivedere ed adeguare il modello di cura ed assistenza degli anziani. Uno dei punti principali è sicuramente la richiesta di adeguare la quota sanitaria lombarda al 50%, così come previsto dalla legge, ma nello stesso tempo calmierare le rette che stanno mettendo in grande difficoltà le famiglie.
Lo scorso 4 ottobre, Regione Lombardia ha deliberato un aumento della quota sanitaria del 3,7%, dando così una risposta solo parziale alla proposta di riforma che sicuramente va incontro alle esigenze economiche delle RSA, ma non alle famiglie e agli anziani. Lo stesso percorso previsto dalla delibera sulle modalità di utilizzo di queste risorse, esclude i sindacati dei pensionati dal confronto.
“Il 14 di giugno il sindacato dei pensionati ha consegnato 23.000 firme a sostegno di una proposta di riforma delle RSA,- afferma Valerio Zanolla – Segretario Generale dello SPI Lombardia – Abbiamo anche ricevuto i ringraziamenti e gli apprezzamenti per l’iniziativa da parte dei rappresentanti del consiglio regionale. Oggi l’unica risposta concreta è un aumento del contributo dato alle Rsa. La domanda è: ma quando la regione penserà alle famiglie degli ospiti delle strutture? Vogliamo discutere con Regione Lombardia di come calmierare le rette che molte Rsa hanno già incrementato e poi è necessario rivedere il modello di assistenza presente nelle singole Rsa che ha dimostrato la sua inefficacia durante la prima fase della pandemia.”
“Alle 23.000 firme di giugno se ne sono aggiunte altre migliaia in questi mesi,” – chiosa Serena Bontempelli, Segretaria Generale dei pensionati UIL – “a dimostrazione che la sensibilità delle famiglie lombarde sul tema delle case di riposo non diminuisce, anzi: la gente è preoccupata per gli aumenti delle rette, che a nostro parere andrebbero restituiti alle famiglie, visti i fondi retroattivi che Regione riconosce agli Enti Gestori! Abbiamo chiesto il rafforzamento degli organici e migliore formazione, integrazione delle RSA nel sistema socio-sanitario, ancora oggi rileviamo come sia complicato incontrare i propri cari: la Regione dovrebbe considerare il tema degli anziani e delle RSA come una questione di sistema, da affrontare con tutti i soggetti interessati, non un problema da tamponare di volta in volta, privilegiando questo o quell’interlocutore.”